Convocata per lunedì prossimo a Shangai la riunione del Fondo Monetario internazionale,
su iniziativa di Pechino. Il vertice avviene nel mezzo delle polemiche legate alla
cosiddetta guerra delle monete, con la sottovalutazione dello yuan che favorisce le
esportazioni cinesi. Intanto, sul versante europeo, sono molti i Paesi in mobilitazione
contro la crisi. Ce ne parla Salvatore Sabatino:
È uno stato
d’agitazione senza precedenti, quello che sta paralizzando la Francia, in protesta
contro la riforma delle pensioni varata dal governo Sarkozy. Una situazione che si
ripercuote sull’intero Paese e che va anche oltre i confini francesi. Perché lo sciopero
indetto in 10 delle 12 raffinerie transalpine sta avendo conseguenze sul traffico
aereo nazionale e internazionale. È proprio di questa mattina, infatti, la notizia
che l’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, il più importante dell’intero Paese,
avrebbe solo 48 ore di autonomia. Entro lunedì sera, potrebbero finire le scorte di
carburante destinate agli aerei in partenza o in transito. È il quinto giorno consecutivo
di proteste contro la riforma anche nel settore dell’istruzione, e anche oggi decine
di scuole sono rimaste del tutto o in parte chiuse. Un gruppo di studenti ha manifestato
ieri davanti agli uffici del premier, Francois Fillon, mentre in tutta la Francia
sono esplose violenze nel corso delle manifestazioni dei liceali: 150 sono stati fermati
dalla polizia. Sabato piuttosto tranquillo, invece in Grecia, dopo una settimana decisamente
difficile, con un’ondata di astensioni dal lavoro che ha letteralmente paralizzato
il Paese ellenico, in protesta contro il piano di tagli del governo, che cerca in
tutti i modi di appianare i buchi della più grande crisi economica che abbia mai investito
la Grecia. Tensione alta anche in Italia. Epicentro delle proteste, oggi pomeriggio,
sarà Roma, dove stanno confluendo gli operai metalmeccanici della Fiom. Il Ministero
degli interni già nei giorni scorsi aveva lanciato un allarme per una possibile infiltrazione
di gruppi violenti. Ad affiancare le tute blu ci sarà anche il mondo della scuola,
che per protestare contro i tagli previsti dall’esecutivo Berlusconi ha puntato su
uno slogan eloquente: ”Noi non moriremo precari”.