Settimana Sociale: gli interventi del cardinale Bagnasco, mons. Bregantini, Ornaghi
e Gotti Tedeschi
Parlando ieri pomeriggio in apertura della Settimana Sociale, anche il cardinale Angelo
Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana, ha messo in luce la necessità
di una nuova leva di cattolici impegnati in politica. Stamani, il rettore dell’Università
Cattolica Lorenzo Ornaghi ha sottolineato l'urgenza di un federalismo solidale. Il
servizio di Alessandro Guarasci:
Difesa della
vita e tutela della famiglia. Su questi valori si gioca l’unità dei cattolici in politica.
Per il cardinale Angelo Bagnasco “su molte cose e questioni ci
sono mediazioni e buoni compromessi, ma ci sono valori che non sono soggetti a mediazioni
perché non sono parcellizzabili, non sono quantificabili, pena essere negati”. Dunque
il presidente della Conferenza Episcopale è convinto che serva una nuova generazione
di cattolici impegnati in politica, che abbiano come riferimento la Dottrina Sociale
della Chiesa. Fondamentale appunto è difendere la famiglia fondata sul matrimonio,
ma non sempre laddove ci sono servizi e agevolazioni fiscali la natalità aumenta.
Il cardinale Bagnasco:
“Ci conferma che è un problema sia di politiche
famigliari ma anche e molto di cultura, di impostazione culturale. Quindi, bisogna
lavorare molto sia su questo aspetto di una politica più favorevole alla famiglia,
alla serenità per poter avere una famiglia numerosa, ma anche dal punto di vista culturale,
spirituale e morale”.
Politici dunque che non siano irrilevanti e che
abbiano come punto di riferimento il Vangelo. Il cardinale Bagnasco ci tiene comunque
a far sapere che le sue parole non sono una forma di sfiducia nei confronti dei politici
attuali, ma uno sprone affinché la religione non sia espulsa dalla vita civile. Nel
suo messaggio, il presidente Napolitano ha riconosciuto il valore dei cattolici in
politica e messo in luce che la società è tutt’ora ricca di uomini animati da “energia
morale”. E stamani si è parlato di federalismo, se solidale potrebbe essere motore
di sviluppo per tutto il Paese, e potrebbe liberare risorse per il welfare. Così la
pensa il rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi, secondo il quale le istituzioni
locali saranno costrette a gestire con più attenzione i finanziamenti a loro disposizione.
Ma non solo: i politici si sentirebbero più incentivati ad avere rapporti con il loro
territorio. Ma al federalismo è collegato lo sviluppo del Sud e l’affrancamento dalla
illegalità. L’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Maria
Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi del
lavoro:
“Anche nei confronti della mafia non si può più ragionare nel
senso che è un problema del Sud: è un problema dell’Italia. E' quella intuizione che
aveva chiarissima Sturzo: la questione meridionale deve diventare questione nazionale;
allora, e soltanto allora, sarà possibile risolverla. Un po’ come fece la Germania:
l’Est non è un problema a parte ma è un problema di tutti”.
Alla Settimana
Sociale partecipa anche il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi. Il
nostro inviato Luca Collodi gli ha chiesto una riflessione sulla crisi del
sistema-Italia che colpisce in particolare le famiglie:
R. - L’Italia
è contraddistinta negli ultimi dieci anni da un alto debito pubblico sul debito globale
del sistema-Italia e un basso debito delle famiglie, anzi le famiglie italiane hanno
generato e generano ancora adesso risparmio. L’altissima crescita del debito del sistema-Italia
- e, quindi, del debito pubblico, del debito del sistema finanziario, debito del sistema
industriale - è stato finanziato e verrà finanziato ancora, secondo me, per molto
tempo grazie al risparmio degli italiani, a remunerazione zero. I tassi zero esprimono
questa esigenza di tenere in piedi un sistema a debito che, altrimenti a tassi di
mercato, non ci starebbe.
D. - Il fatto che le famiglie italiane facciano
pochi figli, alla lunga, può essere un ulteriore problema per la finanzia e l’economia
pubblica e non dico soltanto italiana, ma anche europea?
R. - Questo
è stato il problema degli ultimi 25-30 anni e lo sarà anche nei prossimi. Anzitutto
le famiglie devono essere incentivate. Io ho fatto delle proposte per incentivare
le famiglie a formarsi e a fare figli, per educarli, per mandarli a studiare e per
avviarli al mondo del lavoro. Oggi bisogna anzitutto rompere questa sfiducia che si
è creata nella formazione di una famiglia e di una famiglia anche numerosa. Bisogna
riattivare questa fiducia. Sicuramente questa è una buona scelta di politica economica.
Le persone devono poi ritrovare coraggio, ma devono ritrovare coraggio leggendo l’Enciclica
Caritas in veritate, che spiega qual è il senso della vita: se l’uomo non dà senso
alla sua vita, di sicuro non lo dà alla famiglia, al fatto di voler fare dei figli
e di credere all’importanza stessa dei figli.