Intervento di Mons. Camillo BALLIN, Vescovo titolare di Arna, Vicario Apostolico di
Kuwait (KUWAIT)
Nella tradizione musulmana, il Golfo è la terra sacra del profeta dell’Islam, Maometto,
e nessun’altra religione dovrebbe esistere lì. Come possiamo conciliare questa affermazione
con la realtà delle nostre Chiese nel Golfo, in cui vivono circa tre milioni di cattolici?
Essi provengono dai paesi asiatici e non solo. La realtà della loro presenza, che
non può essere nascosta, mette in discussione l’affermazione musulmana. Non possiamo
ridurre la nostra assistenza a questi fedeli unicamente alla celebrazione della messa
della domenica, o anche quotidiana, e alle nostre omelie. Occorre recuperare l’aspetto
missionario della Chiesa. Infatti, una Chiesa che non ha uno spirito missionario e
che si ripiega su se stessa, sulle proprie devozioni e tradizioni, è destinata a vivere
una vita che non è la vita “in abbondanza” voluta dal Signore. In questo, le Congregazioni
missionarie latine hanno un ruolo fondamentale da svolgere. È urgente accogliere
i carismi, le nuove realtà ecclesiali riconosciute dalla Santa Sede anche se sono
spesso considerate adatte solo per la Chiesa latina e poco o per niente adatte alle
Chiese orientali. È importante formare i cristiani delle nostre Chiese a uno spirito
veramente cattolico e universale, capace di spezzare il giogo del provincialismo (anche
religioso), del nazionalismo (etnocentrico) e del razzismo (latente). Voglio rassicurare
le loro Beatitudini i Patriarchi e tutti i nostri fratelli Vescovi che nel Golfo stiamo
facendo tutto quanto è nelle nostre possibilità e che se foste voi stessi là non potreste
fare di più. Chiediamo ai nostri fratelli musulmani di darci gli spazi necessari
per poter pregare adeguatamente.