2010-10-15 19:09:50

Intervento di Card. Peter Kodwo Appiah TURKSON, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (CITTÀ DEL VATICANO)


1. LA CONOSCENZA DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA:
Dalla lettura dell' Instrumentum Laboris di questo sinodo, emerge la necessità di diffondere maggiormente la conoscenza del Vangelo e della Dottrina Sociale della Chiesa fra i cristiani, e non solo, nei paesi dell' area medio-orientale. Quindi, secondo il senso del par. 26 (Instr. Laboris), la conoscenza del sito del PCGP potrebbe essere favorita come strumento al servizio delle Chiese locali per l'approfondimento della Dottrina Sociale della Chiesa. A questo proposito, il PCGP si impegna di completare la traduzione in Arabo del Compendium della Dottrina Sociale della Chiesa.
Inoltre, si potrebbe, visto l'intento del PCGP di istituire una summer school presso questo Dicastero, pensare di invitare e coinvolgere anche sacerdoti provenienti dal Medio Oriente nel senso del desiderio espresso in par. 26 (Instr. Laboris). Un' altra iniziativa che potrebbe essere promossa dal PCGP è quella di portare la dottrina sociale della Chiesa direttamente in Medio- Oriente, organizzando, ad esempio, un simposio di presentazione della Caritas in veritate.

2. LIBERTÀ RELIGIOSA
Al par. 37, si lege: "In Oriente, libertà di religione vuol dire solitamente libertà di culto .... " etc. Visto il tema del Messaggio della Pace 2011 (Libertà Religiosa, via per la pace), occorrerebbe, prima di tutto, ribadire il fatto che libertà religiosa autentica include la libertà di predicare e di convertire. Inoltre, è da notare che in alcuni paesi, il discorso sulla libertà religiosa è sempre visto con diffidenza. Per questi, la libertà religiosa implica relativismo religioso, indifferentismo e la negazione del patrimonio religioso del paese. La Chiesa Cattolica affrontava lo stesso problema al riguardo dell' interpretazione di "Dignitatis Humanae" del Vat.II ( la Dichiarazione sulla libertà religiosa) anni fa. Ma come ci insegna Papa Benedetto XVI, "La libertà religiosa non significa indifferentismo, e non implica l'uguaglianza di tutte le religioni" Civ. 55). Infatti, non c'è nessun conflitto fra la libertà religiosa e la forte difesa dell' identità religiosa d'una persona contro il relativismo. La libertà religiosa riguarda il privilegio (libertà) d'un credente di formare, vivere ed annunciare la sua esperienza religiosa, senza coercizione dello Stato, ma colla possibilità di contribuire alla costruzione dell' ordine sociale.
Quindi le Chiese e le religioni di minoranza in Medio-Oriente non devono subire discriminazione, violenza, propaganda diffamatoria (anti-cristiana), la negazione di permessi di costruire edificii di culto, e di organizzare funzioni publiche. Infatti, la promozione delle Risoluzioni contro Diffamazione delle Religioni nel quadro dell' Organizzazione delle Nazioni Unite non deve limitarsi a Islam (Islamofobia) nel mondo occidentale. Essa deve includere Cristianesimo (Cristianofobia: la religione e le comunità dei credenti) nel mondo Islamico.
Si può pure promuovere l'adozione, sempre nel quadro dell' ONU, d'una risoluzione sulla Libertà religiosa come alternativa alla risoluzione sulla Diffamazione delle Religioni.

3. MIGRAZIONE:
Nella sezione relativa all'immigrazione internazionale in Medio Oriente in particolare al paragrafo 49 e 50 si affrontano temi che stanno particolarmente a cuore a questo PCGP:
- Il tema dell' immigrazione, come fenomeno mondiale (emigrazione & immigrazione).
- Il tema del lavoro decente per i lavoratori domestici, che sono prevalentemente donne.
Qui si coniugano esigenze legate al rispetto della dignità umana, dei diritti umani e diritti dei lavoratori nonché esigenze legate al rispetto del credo religioso.

4. FORMAZIONE DEI GIOVANI PROMOTORI DELLA PACE
Infine, in virtù delle tante ostilità presenti nell'area mediorientale, il par.69 sottolinea l'importanza di "formare i giovani a superare queste barriere e ostilità interne, e a vedere il volto di Dio in ogni essere umano, per collaborare insieme ad edificare una città comune accogliente". Il PCGP potrebbe pensare di privilegiare nella scelta degli stagieres e dei partecipanti alle summer schools degli studenti provenienti dal Medio Oriente che, ritornati in patria, possono agire da portavoce di un messaggio di pace fra i giovani, specie di peace practitioner (cfr. Laura Villanueva e il suo peace Field Japan).
In conclusione, come sostenuto al paragrafo 115, la più grande testimonianza che i cristiani possono dare in campo sociale, in Medio Oriente come nelle restanti parti del mondo, è quello della gratuità dell amore verso l'uomo. L'invito al dono e alla gratuità da parte di Papa Benedetto XVI nell' enciclica Caritas in veritate è, infatti, un invito ad assumere un atteggiamento fraterno, un'attitudine a promuovere la crescita del prossimo, un' attitudine alla ricerca del bene comune.

[00116-01.02] [IN090] [Testo originale: italiano]







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