Task Force dei Camilliani per gli alluvionati del Pakistan
L’Ordine dei Camilliani rafforza la sua presenza nelle zone alluvionate del Pakistan.
In una nota inviata alla Fides, fratel Luca Perletti, segretario generale dell'Ordine
dei Ministri degli Infermi di S. Camillo (Camilliani), aggiorna sull'impegno dei religiosi
in questo Paese martoriato dalle calamità naturali, annunciando che “padre Aris Miranda,
religioso camilliano della Provincia delle Filippine, attualmente in Italia quale
membro della Camillian Task Force (Ctf), organismo dei Camilliani di risposta alle
emergenze, è appena partito per il Pakistan per affiancare Mushtaq Anjum, camilliano,
nell’opera di soccorso alle vittime delle recenti inondazioni”. Il Segretario generale
dei Camilliani ha inoltre mandato il resoconto di una delle missioni di Mushtaq, che
collabora con il vescovo di Multan, mons. Andrew Francis, e spesso visita i campi
degli sfollati: “Siamo partiti di mattina presto, per fare visita con le suore dell’Apostolic
Carmel, ad alcuni villaggi della diocesi di Multan - racconta Mustaq -. Dopo molte
ore di viaggio, spesso con la paura di essere assaliti, siamo giunti sul posto ed
abbiamo preparato il materiale da distribuire agli sfollati. Ci hanno accolto circa
trecento uomini, seduti sotto il sole cocente. Erano tutti musulmani. Le calamità
non conoscono religioni, razza o nazione. Nel suo messaggio – prosegue il religioso
-, il vescovo ha assicurato tutti che la Chiesa intende offrire il proprio aiuto ad
ognuno. La nostra stessa presenza è un messaggio di forza e di speranza. Anche le
donne, dall’altro lato della comunità, stavano sedute o accovacciate in attesa di
ricevere i viveri. Le loro facce raccontavano storie diverse. Tutte mostravano l’asprezza
di una vita di stenti e di fatiche, la loro supplica era stampata sul volto”. Padre
Mushtaq riferisce poi che “la distribuzione non è stata sufficiente e si è dovuto
procedere a riorganizzarla. Alcuni se ne sono andati con pacchi di farina; altri con
cibo da cucinare; altri ancora con latte ed acqua pulita. Tuttavia c’è ancora tanto
bisogno di cibo, di medicine e di materiale di ricostruzione. Prima di partire abbiamo
potuto cogliere un raggio di speranza – dice in conclusione il religioso -. Il sorriso
dei giovani, ragazzi e ragazze, testimonia che la speranza non è ancora stata sconfitta.
Ci hanno chiesto aiuto per poter riprendere a studiare, l’unico modo per andare oltre
un futuro di miseria. Come Camilliani vogliamo assicurare che non smetteremo di darci
da fare perché queste attese possano trovare una risposta”. L’intervento della Ctf
in Pakistan è iniziato il 15 settembre e proseguirà per alcuni mesi, in spirito di
fedeltà al mandato di “testimoniare l’amore misericordioso di Cristo verso i poveri
ed i malati”. (M.G.)