2010-10-14 14:44:34

Malta: teologi e religiosi contro la proposta di legge sul divorzio


Fare chiarezza “sull’insegnamento della Chiesa” e “fare luce sulla responsabilità morale di ogni cittadino maltese riguardo alla propria coscienza e al bene comune della società, in caso egli debba prendere posizione su una possibile proposta di legge volta a legalizzare il divorzio nel nostro Paese”. È quanto propone la “Dichiarazione su coscienza e divorzio” - pubblicata nei giorni scorsi a Malta e ripresa dall'agenzia Sir - a firma dei teologi Emmanuel Agius e padre Charlo’ Camilleri; padre Joe Borg; mons Anton Gouder, provicario generale; padre Alfred Micallef; padre Joe Mizzi, direttore di tal-Moviment ta’ Kana e il reverendo Peter Serracino Inglott. Anzitutto, osservano, ogni cittadino interpellato sulla materia “ha il diritto di seguire la propria coscienza che ovviamente ha bisogno di essere informata e ben formata e indirizzata al bene comune”. I cattolici dovrebbero avere ben chiaro l’insegnamento della Chiesa in materia di matrimonio e famiglia e “testimoniarlo in ogni circostanza”. “Come cattolici e come cittadini - si legge ancora nel documento -, dovrebbero impegnarsi affinché nel loro Paese vi siano matrimoni stabili e duraturi, famiglie forti legate da amore e fedeltà” perché ciò “è un grande beneficio per la società intera. Per noi cattolici – chiarisce la dichiarazione –, anche se consentito dalla legge, il divorzio è sbagliato”. Secondo i firmatari del documento, i cattolici che “non si preoccupano di avere una coscienza informata e formata e decidono per conto loro, senza seguire l’insegnamento della Parola di Dio” ma piuttosto “i propri sentimenti”, devono essere consapevoli “che non stanno compiendo il proprio dovere di cattolici” e che “sono responsabili di questo comportamento di fronte a Dio”. Chi, nonostante si sia informato e “abbia tentato di arrivare alla verità, non veda in coscienza perché votare contro la legislazione pro divorzio – afferma il testo – ha anche egli il diritto e il dovere di seguire ciò che gli dice la coscienza”. Per chi ritenga di trovarsi di fronte ad una scelta “tra due situazioni entrambe dannose al bene comune – conclude la dichiarazione -, è legittimo, in questo caso di conflitto, scegliere il male minore dopo avere pregato, riflettuto e cercato sinceramente la verità”. (M.G.)







All the contents on this site are copyrighted ©.