2010-10-14 15:43:45

Intervento di S. B. Nerses Bedros XIX TARMOUNI, Patriarca di Cilicia degli Armeni, Arcivescovo di Beirut degli Armeni (LIBANO)


La Parola di Dio che è stata scelta come tema per questa Assemblea sinodale, “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32), è un faro venuto a rischiarare la via che dobbiamo percorrere per la nostra vita di fede, di testimonianza cristiana, con i nostri confratelli non pienamente uniti alla Sede di Pietro e con gli altri fratelli, anche se di fede diversa.
Il ritorno alla prima comunità cristiana ci mostra che i primi cristiani non hanno avuto una vita facile, esente dalle difficoltà e dalle avversità; al contrario, hanno subito oltraggi e persecuzioni. Ma questo non ha impedito loro di proclamare integralmente l’insegnamento di Gesù e di perdonare.
Troviamo situazioni simili nel contesto attuale. I cristiani non illuminati dallo Spirito Santo credono di dover essere risparmiati dalle difficoltà. Si tratta di un fatto importante da sottolineare; in questo senso occorre rievangelizzare i nostri fedeli proponendo loro la fede vissuta nei primi secoli del cristianesimo.
Ciò non significa che non sia necessario lottare per ristabilire la giustizia e la pace in Medio Oriente. Ma sarebbe sbagliato sostenere che, senza questa giustizia e questa pace, il cristiano non può vivere pienamente la sua fede o che deve emigrare. Peraltro, nessuno emigra per la ricerca di una vita cristiana migliore.
Il cristiano convinto di essere chiamato, per il battesimo, a testimoniare la sua fede e che conduce una vita cristiana in comunità non ha come prima preoccupazione la ricerca del benessere materiale o della pace e neppure la fuga dai problemi per la tranquillità sua e dei suo cari. Anzi, prendendo esempio dalla testimonianza dei suoi antenati del Medio Oriente, lavora in gruppo con altri confratelli cristiani, per testimoniare con la vita e con l’esempio, per rendere più convincente il messaggio d’amore di Gesù.
Partendo da questo principio, il cristiano impegnato del Medio Oriente vivrà, sotto la guida del vescovo e in comunione con gli altri cristiani, per far progredire lo spirito di comunione dei primi cristiani che avevano “un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32) e che mettevano i loro beni in comune, come fanno oggi i membri di alcune comunità quali i Neocatecumenali, i Focolari e il Rinnovamento Carismatico, diffusi in diversi paesi del Medio Oriente.
Ai discepoli che vivranno secondo questi principi, Gesù promette “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,12).

[00073-01.04] [IN051] [Testo originale: francese]







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