Intervento di S. B. Nerses Bedros XIX TARMOUNI, Patriarca di Cilicia degli Armeni,
Arcivescovo di Beirut degli Armeni (LIBANO)
La Parola di Dio che è stata scelta come tema per questa Assemblea sinodale, “La moltitudine
di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32),
è un faro venuto a rischiarare la via che dobbiamo percorrere per la nostra vita di
fede, di testimonianza cristiana, con i nostri confratelli non pienamente uniti alla
Sede di Pietro e con gli altri fratelli, anche se di fede diversa. Il ritorno alla
prima comunità cristiana ci mostra che i primi cristiani non hanno avuto una vita
facile, esente dalle difficoltà e dalle avversità; al contrario, hanno subito oltraggi
e persecuzioni. Ma questo non ha impedito loro di proclamare integralmente l’insegnamento
di Gesù e di perdonare. Troviamo situazioni simili nel contesto attuale. I cristiani
non illuminati dallo Spirito Santo credono di dover essere risparmiati dalle difficoltà.
Si tratta di un fatto importante da sottolineare; in questo senso occorre rievangelizzare
i nostri fedeli proponendo loro la fede vissuta nei primi secoli del cristianesimo. Ciò
non significa che non sia necessario lottare per ristabilire la giustizia e la pace
in Medio Oriente. Ma sarebbe sbagliato sostenere che, senza questa giustizia e questa
pace, il cristiano non può vivere pienamente la sua fede o che deve emigrare. Peraltro,
nessuno emigra per la ricerca di una vita cristiana migliore. Il cristiano convinto
di essere chiamato, per il battesimo, a testimoniare la sua fede e che conduce una
vita cristiana in comunità non ha come prima preoccupazione la ricerca del benessere
materiale o della pace e neppure la fuga dai problemi per la tranquillità sua e dei
suo cari. Anzi, prendendo esempio dalla testimonianza dei suoi antenati del Medio
Oriente, lavora in gruppo con altri confratelli cristiani, per testimoniare con la
vita e con l’esempio, per rendere più convincente il messaggio d’amore di Gesù. Partendo
da questo principio, il cristiano impegnato del Medio Oriente vivrà, sotto la guida
del vescovo e in comunione con gli altri cristiani, per far progredire lo spirito
di comunione dei primi cristiani che avevano “un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32)
e che mettevano i loro beni in comune, come fanno oggi i membri di alcune comunità
quali i Neocatecumenali, i Focolari e il Rinnovamento Carismatico, diffusi in diversi
paesi del Medio Oriente. Ai discepoli che vivranno secondo questi principi, Gesù
promette “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”
(Mt 5,12).