Intervento di Mons. Berhaneyesus Demerew SOURAPHIEL, Presidente del Consiglio della
Chiesa Etiopica, Presidente della Conferenza Episcopale (Etiopia e Eritrea) (ETIOPIA)
L’Etiopia ha circa 80 milioni di abitanti, metà dei quali di età inferiore ai 25 anni.
La grande sfida che il Paese affronta è la povertà con le sue conseguenze, quali la
disoccupazione. Molti giovani, desiderosi di fuggire la povertà, cercano con ogni
mezzo di emigrare. Quelli che emigrano nel Medio Oriente sono per lo più giovani donne
che vanno, legalmente o illegalmente, in cerca di un impiego come lavoratrici domestiche,
perché la maggior parte di esse non ha alcuna formazione professionale. Per poter
facilitare il viaggio, i cristiani cambiano i loro nomi cristiani in nomi musulmani
e si vestono come musulmani, in modo da facilitare la procedura dei loro visti. In
questo modo i cristiani sono indirettamente forzati a rinnegare le loro radici e la
loro eredità cristiane. Secondo i dati del Ministero del Lavoro e degli Affari
Sociali e dell’Organizzazione internazionale dell’Emigrazione, 13.498 lavoratori etiopici
sono emigrati in Medio Oriente fra il settembre del 2005 e l’agosto del 2006 (www.americanchronicle/Ethiopia
Human Trafficking Hub in the Horn of Africa.html). Le loro destinazioni sono di solito
Libano, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Yemen e Arabia Saudita. In media circa 12.500
etiopici partono ogni anno per il Medio Oriente. Anche se ci sono casi eccezionali
in cui i lavoratori sono trattati bene e con gentilezza, la grande maggioranza è vittima
di sfruttamento e abusi. Molti si vergognano di ritornare in Etiopia, dove le loro
famiglie si aspettano che ritornino con molto denaro; comunque alcuni sono costretti
a ritornare disperati, malati e con disturbi mentali. Sembra che ai cristiani che
muoiono in Arabia Saudita non sia permesso di esservi seppelliti; i loro corpi sono
trasportati in volo in Etiopia per la sepoltura. Si potrebbe chiedere alle autorità
saudite di concedere un cimitero per i cristiani dell’Arabia Saudita? Molti
etiopici si rivolgono alle Chiese cattoliche del Medio Oriente per aiuto e assistenza.
Desidero ringraziare le gerarchie cattoliche del Medio Oriente che stanno facendo
del loro meglio per assistere le vittime di abuso e sfruttamento. Siamo grati, per
esempio, per il grande lavoro della Caritas del Libano. La moderna emigrazione è considerata
come una “moderna schiavitù”. Ma ricordiamo che gli emigrati di oggi saranno domani
cittadini e leader nei Paesi ospiti o nella loro patria.