Intervento del Rev. P. Khalil ALWAN, Segretario Generale del "Conseil des Patriarches
Catholiques d'Orient" (C.P.C.O.) (LIBANO)
Il paragrafo 55 dell’Instrumentum Laboris non ha preso in considerazione il ruolo
fondamentale che il Consiglio dei Patriarchi Cattolici d’Oriente ha svolto nel rafforzamento
della comunione tra le Chiese cattoliche e nell’incoraggiamento del dialogo ecumenico
e interreligioso. Enumerate le attività del CPCO, nei suoi vent’anni di esistenza,
a livello di teologia pastorale, di ecumenismo, di pastorale comune e di coordinamento
tra le Chiese cattoliche, ho notato che esso ha ancora una difficoltà a livello di
comunicazione. Propongo all’Assemblea sinodale: - la modifica degli statuti del
CPCO per permettere alle assemblee dei Vescovi di ogni paese di essere rappresentate
nel congresso annuale del CPCO e per fare in modo che il loro rappresentante abbia
il potere di trasmettere e di eseguire le decisioni all’interno della sua assemblea. -
L’organizzazione dei congressi dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici in Medio Oriente. Infine,
constato che le autorità ecclesiastiche, cioè i dicasteri romani e le conferenze episcopali
in Occidente e le loro associazioni sembrano ignorare questa istanza per mancanza
di informazione. Per questo, propongo anche che il CPCO sia inserito nell’Annuarium
Pontificium, come tutte le istanze pontificie e altre.