2010-10-14 13:18:45

Al via a Reggio Calabria la Settimana Sociale dei cattolici italiani. Mons. Mondello: Sud e Nord insieme per il bene del Paese


Si apre oggi pomeriggio a Reggio Calabria la 46.ma Settimana Sociale dei cattolici italiani. Quattro giorni di dibattiti e di confronto tra esponenti del clero, associazioni, movimenti per aiutare il Paese a tornare a crescere nell’ottica del bene comune. Ieri alle 18.00 la veglia in Cattedrale, oggi alle 16.00 l’inizio dell’Assemblea plenaria con la prolusione del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. Un’attenzione particolare sarà dedicata al Mezzogiorno, alla qualità di vita delle famiglie, alla legalità. Alessandro Guarasci ne ha parlato con il vescovo di Reggio Calabria, mons. Vittorio Luigi Mondello:RealAudioMP3

R. – Un’attenzione particolare al Sud, ma con l’intento di impegnare Sud e Nord insieme nella crescita della fede e della speranza per il bene di questa nostra patria.

D. – La Chiesa può dare un messaggio forte anche per il recupero della legalità in Calabria...

R. – La Chiesa ha dato tante volte questo messaggio. Certo, è un’ulteriore presa di coscienza. Per esempio, la settimana scorsa abbiamo avuto la Conferenza episcopale calabra a Rossano. Nel comunicato finale abbiamo rivolto anche un pensiero di solidarietà con i magistrati, nella ricerca di una sempre più approfondita legalità e invitando questi malavitosi a fare loro stessi un esame di coscienza e convertirsi.

D. – La famiglia, cellula fondante della società. Quali aiuti, concretamente, lei si aspetta? Come dovrebbe essere aiutata nei prossimi anni?

R. – Credo che ci siano politiche che non tengono conto di questo, della famiglia. Si parla tanto dei matrimoni gay, si parla tanto delle case a coloro che convivono e così via, ma non si fa una politica adatta, seria, nei riguardi della famiglia, per incrementarla e farla vivere in modo più sereno.

D. – L’Italia, e in particolare il Sud, si sta impoverendo: cosa può fare la Chiesa?

R. – Sì, si sta impoverendo. La Chiesa purtroppo non è che può dare lavoro o è datrice di lavoro o può fare altro; può semplicemente sollecitare coloro che hanno la responsabilità della guida della cosa pubblica a compiere bene, a guardare, ad attendere a questo problema con occhi particolari. Il Sud, per esempio, diventa sempre più povero, perché credo che si parli troppo del Sud, ma non si concretizzi nulla: le opere iniziano e non vengono completate.

D. – Per quanto riguarda il ponte sullo Stretto?

R. – Se contemporaneamente al ponte non si fanno le infrastrutture, di modo che uno possa sbarcare, sì, dal ponte, ma poi possa trovare le strade per il Nord, allora il ponte è inutile; se si fa contemporaneamente l’uno e l’altro durante 10 anni di lavoro - e si possono fare benissimo quelle necessarie infrastrutture, perché il collegamento possa veramente arrivare nei Paesi del Mediterraneo, che passano per la Sicilia, la Calabria e salgono al Nord - allora ben venga il ponte, perché darà lavoro a 10 mila famiglie e sarà una ricchezza per noi.







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