2010-10-14 15:21:16

Ahmadinejad riceve a Beirut la laurea honoris causa


Dopo l’accoglienza da stadio, ieri a Beirut, il presidente iraniano Ahmadinejad ha fatto sapere che prolungherà la visita in Libano, che doveva concludersi oggi, fino a domani. Ieri l’incontro con il premier libanese Saad Hariri e il primo colloquio con il presidente Michel Suleiman. Oggi il conferimento della laurea honoris causa in scienze politiche da parte dell'Università pubblica libanese. Ahmadinejad ha detto che "l'Iran sarà sempre al fianco del Libano e sosterrà un Libano forte e unito". Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Il programma della giornata è segreto, ma si sa che tutta la visita è finalizzata, a parte l’impatto mediatico, alla firma di 14 accordi bilaterali di carattere economico-commerciale. Un 'pacchetto' dal valore totale di 450 milioni di dollari, che prevede anche la costruzione di una raffineria di petrolio in Libano, e la fornitura a Beirut di gas naturale. Delle parole pronunciate in pubblico finora da Ahmadinejad, bisogna riferire dell’accenno all’occupazione: “L'unica soluzione al problema palestinese – ha detto - è che ai profughi palestinesi sia consentito di tornare alle loro terre e che tutti gli occupanti tornino nei loro Paesi d'origine”. Se è vero che l’anima sciita e filo iraniana di Beirut ha riservato un’accoglienza da star al capo dello Stato iraniano, è anche vero che c’è un’anima sunnita simpatizzante dell'alleanza filo-occidentale sostenuta dall'Arabia Saudita che giudica con ostilità Ahmadinejad e sostiene che Teheran ha fatto del Libano “una base iraniana nel Mediterraneo”. Nei giorni scorsi, 250 uomini politici, giornalisti ed esponenti della società civile hanno rivolto ad Ahmadinejad una lettera aperta per accusarlo di “ingerenza” negli affari interni libanesi, attraverso – si legge - il suo sostegno “in denaro e armi a una parte libanese”, cioè il movimento Hezbollah. Un punto di vista diverso da quello della gente del Sud del Libano, roccaforte di Hezbollah, che accoglierà più tardi Ahmadinejad. E che si dice riconoscente per i fondi - circa un miliardo di dollari, secondo Hezbollah - che Teheran ha concesso in aiuti e contributi per la ricostruzione, dopo i pesanti bombardamenti israeliani del 2006. Resta da dire che sul piano internazionale se in Israele la stampa usa toni allarmistici sulla “conquista del Libano” da parte di quello che definisce “l’imperialismo iraniano”, c’è poi il commento da Washington: “Ahmadinejad continua con i suoi modi provocatori”, dice il portavoce della Casa Bianca, Gibbs, dopo aver portato il suo Paese in una grave crisi economica e politica e provocato le sanzioni internazionali. Dell’accoglienza ricevuta, Gibbs dice che “Hezbollah punta le sue carte più sulla fedeltà all'Iran, che al proprio stesso Paese, il Libano”.

La Bce segnala una positiva anche se moderata tendenza alla ripresa economica
Gli ultimi indicatori economici sulla crescita economica segnalano “una moderazione nella seconda metà dell'anno sia nell'area euro sia su scala mondiale”. A rilevarlo è la Banca centrale europea, che nel Bollettino di ottobre nota comunque che “permane la dinamica di fondo positiva della ripresa dell'area Euro”. La Bce torna a chiedere però che le manovre finanziarie 2011 di molti Paesi dell'area Euro “devono riflettere l'impegno a conseguire un risanamento fiscale ambizioso”. La Bce raccomanda in definitiva l'impegno ad adottare “piani di risanamento pluriennali credibili” con un’azione correttiva “immediata, ambiziosa e convincente”.

Il generale Rasmussen apre il vertice Nato a Bruxelles: nuova strategia di difesa
Si parla di nuova strategia e di sistemi missilistici al vertice Nato che si è aperto questa mattina a Bruxelles, alla presenza dei ministri degli Esteri e della Difesa dei 28 Paesi del Patto Atlantico. Il servizio di Marco Onali:RealAudioMP3

“La Nato deve attrezzarsi per fare fronte alla minaccia missilistica che è una minaccia molto chiara”: con queste parole, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha aperto i lavori. La nuova strategia proposta punta sulla difesa missilistica, bisogna per tanto adeguare strutture e organizzazione alle nuove sfide della sicurezza. Rasmussen propone di mettere in connessione tutti i sistemi anti missilistici di cui gli alleati già dispongono, per un costo totale di 200 milioni di Euro da dividere tra i 28 Stati membri. Nella proposta del segretario generale, la costruzione di un sistema anti-missile include l'invito alla Russia, la cui cooperazione è considerata indispensabile. Il generale ha inoltre annunciato la ristrutturazione dei comandi e la riduzione delle agenzie da 14 a 3 che renda i quartieri generali più snelli ed efficienti anche in momenti di austerità. Per quanto riguarda poi l’impegno sul campo della Nato, ieri a New York il Consiglio di Sicurezza ha affrontato la Missione in Afghanistan. L’esecutivo Onu ha, infatti, prolungato il mandato delle truppe fino al 13 ottobre 2011, visti gli sforzi e i successi nel ridurre le vittime civili e riconoscendo alle truppe l’importante ruolo nel processo di pacificazione. Ma in Afghanistan non accennano a diminuire le vittime militari: tre soldati della coalizione, la cui nazionalità non è stata ancora resa nota, sono stati uccisi in un attacco nell’ovest del Paese.

Continuano gli scioperi in Francia ed è allarmismo sul carburante
Continuano in Francia le proteste verso la riforma del sistema pensionistico, dove sono previsti per oggi ulteriori scioperi e manifestazioni. Particolarmente dura è la reazione dei lavoratori del settore dei trasporti, che hanno occupato e bloccato 10 delle 12 raffinerie di petrolio del Paese, mettendo a rischio la produzione di carburante. Il segretario di Stato ai Trasporti francese, Dominique Busserau, ha, tuttavia, affermato stamane alla tv LCI che “non ci sarà penuria di benzina alle stazioni di servizio e che le scorte di carburante saranno sufficienti per il prossimo mese”. Secondo i dati forniti, il consumo alle pompe di benzina è, infatti, aumentato questa settimana del 50% per i primi fenomeni di accaparramento e numerosi sono stati i clienti che hanno riempito taniche di emergenze. Il Senato ha intanto rimandato il dibattito della contestata riforma, che innalzerebbe l’età minima pensionabile da 60 a 62 anni, da venerdì a mercoledì prossimo.

A rischio l’ingresso della Serbia nell’Unione Europea
Battuta di arresto per la Serbia nel processo d’integrazione europeo. La maggioranza del Parlamento olandese ha votato oggi una risoluzione con cui si chiede al prossimo ministro degli Esteri di continuare a opporsi all'avvio dei negoziati di adesione con la Serbia fino a quando le autorità di Belgrado non dimostreranno piena cooperazione con il Tribunale dell'Aja per assicurare la cattura dei responsabili dei crimini di guerra commessi nell'ex Jugoslavia. Il Ministero degli esteri olandese ha fatto sapere che se il 25 ottobre i ministri Ue si diranno in disaccordo con la decisione dell'Olanda, l'Olanda si adopererà per ottenere da Belgrado la piena cooperazione.

La Commissione europea rivede la proposta di moratoria sulle trivellazioni off-shore
Dopo la fine della moratoria sulle trivellazioni off-shore, nel Golfo del Messico, voluta da Obama, ieri, anche la Commissione europea decide di riaffrontare l’argomento. Abbandonata la proposta di una moratoria sulle trivellazioni profonde nelle acque mediterranee, così come chiesto da Greenpeace, in seguito al veto della Gran Bretagna e del parere negativo del Parlamento, la proposta è ora quella di rendere le norme il più rigide possibile. Quella che la Commissione propone oggi, e che dovrà diventare oggetto di una proposta formale a gennaio prossimo, è quindi una stretta sulle norme che riguardano prevenzione, misure d'emergenza e responsabilità finanziaria. Per concedere nuove licenze di trivellazione, ha spiegato il commissario Ottinger, “gli Stati dovranno accertarsi che le compagnie abbiano: elevati standard di sicurezza, un piano d'emergenza e i mezzi finanziari per risarcire eventuali danni ambientali in caso d'incidente”.

Pechino definisce il Premio Nobel un’istigazione al crimine
Continuano gli appelli della comunità internazionale per il rilascio del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo. Ferma è tuttavia la replica di Pechino che definisce l’assegnazione del premio un’istigazione al crimine. “Liu Xiaobo è un criminale condannato. Assegnargli il Nobel equivale a incoraggiare il crimine”. Queste le parole del portavoce del ministro degli Esteri cinese Ma Zhaoxu. Anche la stampa cinese si unisce al governo, definendo la premiazione di Xiaobo un tentativo dell’occidente di minare la crescita economica: “Questi sperano di disturbare la crescita della Cina e di fare pressioni su di lei perché un giorno crolli sotto il peso della crociata ideologica dei Paesi sviluppati”. Voci di dissenso si levano invece da Hong Kong, dove l’arcidiocesi e diversi gruppi per la difesa dei diritti civili e umani chiedono la liberazione immediata di Xiaobo.

Il Giappone chiede a Google di cancellare il nome cinese delle isole rivendicate
Nuova rivendicazione giapponese sulle isole Senkaku, l’arcipelago conteso con Pechino e Taiwan. Ieri un parlamentare liberaldemocratico giapponese ha consegnato personalmente alla divisione nipponica di Google la richiesta ufficiale di cancellare il nome cinese dell’arcipelago conteso dal motore di ricerca. La proposta è stata subito appoggiata dal ministro degli Esteri di Tokio, Maehara, che ha dichiarato: "Le isole Senkaku fanno parte del territorio giapponese e ho intenzione di portare avanti una richiesta formale come ministero degli Esteri". Google Japan ha fatto sapere che l'azienda non ha ancora ricevuto comunicazioni ufficiali dal ministero sulla questione, ma che è “pronta a valutare la domanda”. Sulle cartine digitali di Google Maps al momento compaiono sia il nome giapponese sia quello cinese delle isole, amministrate da Tokyo ma da anni rivendicate anche da Pechino e Taiwan per la possibile presenza di ricche risorse minerarie. Il mese scorso l'area è stata teatro di una tesa disputa diplomatica tra le due potenze economiche dell'Asia orientale, ancora oggi non del tutto appianata, dopo che Tokyo aveva fermato presso le isole un peschereccio cinese e detenuto per alcuni giorni il suo capitano, provocando la dura protesta di Pechino.

Chavez a Mosca: nuovi accordi tra Venezuela e Russia
I governi di Venezuela e Russia sono pronti a siglare nuovi accordi militari, economici e finanziari. Il piano di cooperazione tra i due Paesi è al centro della visita del presidente venezuelano Hugo Chavez a Mosca, dove sono previsti incontri del capo di Stato venezuelano con il presidente russo Dmitry Medvedev e il primo ministro Vladimir Putin. Sul significato di questo viaggio di Chavez in Russia ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco, Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana ed esperto dell'area ex-sovietica:RealAudioMP3

R. – Io credo che sia in atto, dopo la stagione della corsa folla del prezzo del petrolio e poi del suo abbattimento a causa della crisi economica e finanziaria globale, un riassetto proprio degli equilibri nel settore energetico. Un riequilibrio nei Paesi che del settore energetico fanno il punto di forza. E questo riassetto è evidentemente un riassetto che non è solo economico, ma anche geostrategico.

D. – Quali effetti può avere a livello mondiale questa forte cooperazione tra Russia e Venezuela?

R. – Potrebbe addirittura essere la base di un’associazione di Paesi produttori di gas e petrolio, alternativa a quella che ha per protagonisti soprattutto i Paesi arabi del Golfo. Questa sarebbe un’iniziativa che andrebbe a ridimensionare l’influenza politica globale degli Stati Uniti, che dell’alleanza con i Paesi produttori di petrolio nel Golfo hanno fatto uno dei capisaldi della loro politica.

D. – La Russia ha già venduto elicotteri, caccia militari e vari armamenti al Venezuela. Come leggere questo tipo di accordi tra i due Paesi?

R. – La Russia ha in qualche modo interesse a sostenere, anche militarmente, un regime come quello di Chavez, che si propone come una sorta di baluardo contro l’influenza americana in America Latina. L’America Latina in questo momento è oggetto di molte attenzioni, per esempio anche di quelle cinesi. Per gli Stati Uniti è il “cortile sul retro”. Quindi in America Latina si stanno svolgendo delle partite piuttosto importanti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Marco Onali)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 287

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