La Pastorale dell’Accoglienza al centro del convegno ad Assisi “Il bacio del lebbroso”
“Il bacio al lebbroso. Evangelizzazione e pastorale dell'accoglienza”, è titolo del
26.mo convegno nazionale dell’Associazione Italiana Pastorale della Salute, che si
tiene ad Assisi, presso la Domus pacis, fino a domani. L’iniziativa riunisce circa
350 partecipanti, laici e religiosi a servizio del sofferente. I lavori sono stati
aperti lunedì scorso dall’intervento di fra Marco Guida, docente di Agiografia e filologia
presso l'Antonianum di Roma, che ha presentato “Il bacio che cambia la vita”, l'esperienza
carismatica di San Francesco d'Assisi. Nel Medioevo il lebbroso rappresentava il più
povero nella società del tempo, infatti Francesco non ama la povertà, ma il povero
e gli si fa fratello, contro ogni usanza del tempo. Egli trae esperienza di fraternità
dal vivere con i lebbrosi, fino a quando ciò che era amaro - ha spiegato fra Marco
- gli diventa dolce. “La Bibbia e lo straniero” è il tema trattato a seguire da fra
Giulio Michelini, biblista, che ha sviluppato tre prospettive di riflessione sullo
straniero a partire dalla Sacra Scrittura. Il religioso ha sottolineato come chi contende
la patria è spesso visto come nemico (1 Sam). Straniero è colui cui dev'essere sottratto
il territorio. In realtà essere pellegrino e forestiero significa non solo essere
dei dispersi, ma degli eletti. Dunque, secondo fra Giulio, “si rasenta il paradosso
che il pellegrino è benedetto. Lo straniero è benedetto ed in questo trova la forza
che gli permette di sopravvivere. E' dunque la condizione dell'essere umano, del cristiano,
l'essere fuori casa è pericolo, ma anche qualcosa di positivo”. Ieri è stata la volta
della proposta di mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, che
ha considerato “L'evangelizzazione e la cura pastorale vie maestre per educare all'accoglienza”.
Nelle sue riflessioni il presule ha detto che “L'evangelizzazione e la cura pastorale
sono luoghi importanti per costruire la cultura dell'accoglienza all'interno delle
nostre comunità. Nella realtà di oggi la parola immigrato è spesso coniugata con paura
e criminalità. Tuttavia il tema non esprime una realtà politica, bensì una realtà
connessa alla crescita della comunità, anche da un punto di vista della fede”. La
giornata di oggi è invece dedicata ai laboratori: L’accoglienza pastorale e la progettualità;
l’accoglienza pastorale nel morire; l’accoglienza pastorale nella violenza alle donne;
l’accoglienza pastorale e senso del dolore nelle religioni; l’accoglienza pastorale
nella predicazione; l’accoglienza pastorale ai sofferenti dell’anima; l’accoglienza
pastorale del migrante nel volontariato; l’accoglienza pastorale e la ministerialità
laicale. Domani chiuderà mons. Ezio Falavegna, docente di teologia pastorale presso
la Facoltà Teologica del Triveneto, con l’intervento dal titolo “La terra è patrimonio
di tutti. Verso una cultura dell’integrazione socio-sanitaria”. (M.G.)