2010-10-13 11:15:07

Intervento di Mons. Shlemon WARDUNI, Vescovo titolare di Anbar dei Caldei, Vescovo di Curia di Babilonia dei Caldei (IRAQ)


Ringraziamo Sua Santità Papa Benedetto XVI, che ci ha invitato a questa assemblea, che lavora con noi e ci accompagna al fine di conseguire risultati positivi e costruttivi.
È un passo felice, coraggioso e necessario che abbiamo fatto insieme per studiare i difficili problemi che ci riguardano tutti e che non possiamo evitare, anche se l’abbiamo compiuto troppo tardi e avremmo dovuto intraprenderlo molto tempo fa per la sua importanza e per i gravi problemi che stiamo discutendo riguardo alla nostra esistenza o non-esistenza, costruzione o distruzione, perseveranza o fallimento, impegno o indifferenza, progresso o regresso, e ciò avviene quando guardiamo al passato, al presente e al futuro.
Dobbiamo creare solide fondamenta e risanare quelle distrutte e deboli se vogliamo rendere testimonianza a Gesù Cristo e vivere il suo celeste impegno che ci ha dato come esistenza, per rivitalizzare il nostro comportamento e realizzare la comunione tra noi.
Nessuno deve minare tale comunione: benefici di denominazione o egoistici non debbono permettersi di indebolire la nostra comunione, anzi, noi dobbiamo viverla pienamente, altrimenti le nostre divergenze la distruggeranno; dobbiamo fare appello e vivere l’amore reciproco che ci porterà all’unità dalla quale trarremo forza.
Cosa dobbiamo fare quindi?
1. - L’amore è al di sopra di tutto: istituire un comitato per il Medio Oriente tra tutte le Chiese del Concilio dei Patriarchi, che sia responsabile del dialogo tra le Chiese cattoliche, del loro reale riavvicinamento, e che abbatta barriere per costruire rapporti stretti, incoraggiare la reciprocità nei servizi e studiare i punti deboli delle Chiese sorelle.
2 - Che diventino un cuore solo: istituire un comitato responsabile dell’ecumenismo e dei rapporti con le Chiese sorelle ortodosse e le comunità protestanti e istituire un comitato di dialogo tra le religioni in Medio Oriente, che organizzerà incontri costruttivi tra le tre grandi religioni, come pure con le altre. Istituire un comitato forte per la tutela degli oppressi e di quanti non hanno diritti, ed ergersi coraggiosamente e audacemente contro i gruppi politici fanatici e partigiani.
3. - Dare importanza alla testimonianza di fede nella vita e incoraggiare i nostri fedeli a impegnarsi in campo politico, perché sono cittadini indigeni che hanno i loro diritti e i loro doveri e devono quindi assumersi la responsabilità di orientare le istanze dello stato secondo i principi dei diritti umani. Sensibilizzare le persone a difendere la libertà, soprattutto la libertà religiosa, la libertà di coscienza e la libertà di espressione; qui facciamo riferimento soprattutto alla questione dei minori, che può generare problemi nelle famiglie cristiane in quanto non vi è libertà riguardo a questo aspetto.
4. - Dobbiamo promuovere la pace e la stabilità nei nostri paesi e proclamare tutti insieme a gran voce: no alla guerra, sì alla pace; no alle armi di distruzione, sì al disarmo; no al terrorismo, sì alla fratellanza universale; no alle divisioni, alle lotte e al fanatismo, sì all’unità, alla tolleranza e al dialogo. Dobbiamo sottolineare con forza il fatto che i cristiani del Medio Oriente sono cittadini a pieno titolo e hanno quindi due privilegi, secondo gli statuti internazionali: il primo è il diritto alla cittadinanza e il secondo è quello di affermare la propria presenza e di non essere esclusi dalla costruzione dei paesi del Medio Oriente.
5. - Essere solleciti nei confronti dei laici affinché ricoprano il ruolo che spetta loro nella Chiesa, istituendo un comitato per le famiglie e i giovani.
Tutto questo affidiamo alla protezione di nostra Madre Maria, la Madre d’Oriente, che ha accompagnato la prima Chiesa e Lei, che ha accompagnato la prima Chiesa, oggi accompagnerà noi.

[00034-01.06] [IN012] [Testo originale: inglese]







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