Intervento di Mons. Paul Youssef MATAR, Arcivescovo di Beirut dei Maroniti (LIBANO)
(AMERICA LATINA E MESSICO)
In riferimento all’Instrumentum Laboris che parla delle sfide che i cristiani d’Oriente
affrontano e dei rapporti con i musulmani, al fine di orientare la situazione attuale
verso prospettive future, occorre individuare quattro responsabilità che devono concorrere
tutte al successo di questa opera storica per il Medio Oriente e per il mondo. La
responsabilità dei cristiani d’Oriente stessi: Figli di questa terra da sempre, questi
cristiani devono sentire che non devono costruire un destino proprio, bensì un destino
comune con gli altri abitanti. Il loro inserimento nel mondo arabo, auspicato da Papa
Giovanni Paolo II nella sua Esortazione Apostolica per il Libano, non dovrebbe far
perdere loro né i propri diritti, né le proprie libertà, ma piuttosto confermarli
nei comuni diritti e nelle comuni libertà della cittadinanza condivisa. La responsabilità
dei musulmani della regione: Questi concittadini in maggioranza numerica dovrebbero
lasciare spazio ai concittadini cristiani. Non si tratterà di una presenza solo all’interno
della società ma nell’elaborazione del progetto comune di questa società e della sua
governabilità. Così, i cristiani che hanno contribuito alla nascita della cultura
e delle società arabe nel passato, vi contribuiranno anche in futuro e vivranno tutti
insieme la partecipazione, l’uguaglianza e la piena libertà, con i loro concittadini. La
responsabilità delle potenze occidentali: Esse hanno commesso ingiustizie e errori
storici contro il Medio Oriente. Dovranno anche risarcire eliminando le ingiustizie
che subiscono popoli interi, soprattutto il popolo palestinese. I cristiani di questa
regione che erano ingiustamente identificati con loro, beneficerebbero di questi risarcimenti
grazie a una coesione con i loro fratelli, senza più ostacoli. La responsabilità
dei cristiani occidentali e del mondo: Solidali con i loro fratelli del Medio Oriente,
i cristiani d’Occidente e del mondo devono conoscere maggiormente i loro fratelli
del Medio Oriente per essere più solidali con le loro cause. Essi devono anche esercitare
una pressione sull’opinione pubblica e sui governanti per ristabilire la giustizia
nelle relazioni con il Medio Oriente e l’Islam e aiutare a liberare il mondo dal fondamentalismo
e condurlo alla moderazione.