Intervento di Mons. Giorgio BERTIN, Vescovo di Gibuti (GIBUTI)
I "beni da condividere", a cui voglio riferirmi, per rafforzare la nostra testimonianza
del Vangelo e annunciarlo ai mussulmani, sono "i sacerdoti". Ci possono essere situazioni
di emergenza, come nella Chiesa che rappresento, dove non ci sono sacerdoti "propri"
o improvvisamente diventano insufficienti. Perché allora, a livello del Medio Oriente
o della Chiesa intera, non "condividere" i sacerdoti che abbiamo? Questo potrebbe
essere uno sviluppo e adattamento alle situazioni odierne della "Fidei donum" e potrebbe
anche dare una "boccata di ossigeno" sia alle Chiese del Medio Oriente sia ad altre
Chiese per vivere e sviluppare la dimensione missionaria. Suggerisco allora che
si crei una "banca di sacerdoti disponibili"; vale a dire, che da tutte le Chiese
e le congregazioni religiose un numero di sacerdoti si renda disponibile per un tempo
determinato: 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi ... Essi potrebbero offrire il loro servizio,
prendendolo come un periodo sabbatico oppure come un sacrificio fatto con generosità
a favore di una Chiesa o di un gruppo di cattolici che chiedono la presenza di sacerdoti
per conservarsi nella fede e per testimoniarla con umiltà e coraggio. Questo sarebbe
un modo concreto di vivere la "comunione" tra le nostre Chiese. Potremmo chiamare
questa "banca di sacerdoti" anche "Sacerdoti senza frontiera" perché pronti ad essere
inviati e ricevuti in brevissimo tempo. Per questo forse occorrerà istituire un ufficio
di coordinamento.