Intervento di Mons. Antonios Aziz MINA, Vescovo di Guizeh dei Copti (EGITTO)
Questo mio intervento non mira a chiedere un cambiamento della norma vigente, ma piuttosto
a trovare una procedura che possa snellire le pratiche delle nomine, conservando la
norma vigente e salvaguardando nel medesimo tempo la tradizione orientale. Suggerisco
due modi alternativi, in ordine di preferenza: - Considerare il Romano Pontefice
potenzialmente presente in tutte le riunioni del Sinodo, ed implicitamente assenziente,
ad ogni avvenuta elezione. Così, il Patriarca dovrà chiedere al Santo Padre di dare
la Sua benedizione, ad elezione già effettuata, tuttavia, prima della pubblicazione
della nomina. - Il Patriarca comunica direttamente il risultato dell'elezione al
Santo Padre, in un’Udienza speciale oppure tramite il Rappresentante Pontificio, chiedendo
il suo assenso. La giurisdizione dei Patriarchi sui fedeli dello stesso rito fuori
dei territori patriarcali: Il principio di territorialità è stato mantenuto con
fermezza da tutti i concili ecumenici. D’altra parte, gli ultimi 60/70 anni hanno
segnato la storia umana, ad un ritmo frenetico. L'immigrazione massiccia di intere
famiglie, da una parte del mondo all' altra, ha fatto sì che tanti orientali hanno
lasciato il loro territorio per stabilirsi altrove. Il caso estremo è che i fedeli
appartenenti ad una Chiesa "sui iuris", siano più numerosi fuori del territorio che
dentro. Non è del tutto logico che certi fedeli appartenenti ad una chiesa "sui
iuris", non abbiano altre relazioni con la Chiesa di appartenenza, se non quelle liturgiche. La
mia richiesta è di dare al Patriarca la giurisdizione personale sui fedeli della sua
Chiesa dovunque siano. Ordinariati per gli orientali sprovvisti da un proprio gerarca: Questa
struttura giuridica preconciliare, sorta per la cura pastorale degli orientali, residenti
fuori dei territori d'origine, sembra del tutto superata, anzi oserei dire va contro
i dispositivi del diritto vigente. Propongo, intanto di ristudiare la situazione
giuridica degli attuali Ordinariati per gli orientali sprovvisti di un proprio gerarca,
in vista della loro abolizione. La missione dei Sacerdoti uxorati fuori dei territori
patriarcali: Dagli anni’ 30 vige il divieto posto sull'ordinazione e l'esercizio
del ministero a sacerdoti uxorati al di fuori dei territori patriarcali e delle "Regioni
storicamente orientali". Penso, subordinatamente a quanto verrà deciso dal S. Padre,
che è giunto il tempo di fare questo passo, in favore della cura pastorale dei fedeli
orientali in diaspora.