2010-10-12 12:01:07

Intervista a P. David Neuhaus, SJ, Vicario del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini per i cattolici di lingua ebraica e russa


D: Ci può descrivere il vostro lavoro con la comunità di lingua ebraica?

R: Il nostro vicariato si occupa di tre settori abbastanza indipendenti l'uno dall'altro.
Il primo è il lavoro con le comunità dette “ sacramentali”, vale a dire le comunità frequentate dai fedeli di lingua ebraica - i cattolici di lingua ebraica – che partecipano alla Santa Messa e alla vita della comunità. Abbiamo 7 comunità diffuse in tutto il Paese. Il loro numero è piccolo, modesto, circa 500 fedeli. Si tratta di una piccola comunità, ma piena di vita.
Un secondo settore - in termini numerici molto più importante – di cui ci occupiamo molto sono le migliaia di figli di lavoratori stranieri, rifugiati che vivono in Israele. I loro figli frequentano scuole ebraiche, in lingua ebraica, israeliana. In queste scuole ricevono una formazione molto buona - non abbiamo alcuna lamentela contro queste scuole - ma, naturalmente, trattandosi di scuole ebraiche, di lingua ebraica, i bambini non ricevono alcuna formazione religiosa e catechetica. Per noi, è diventato un obbligo, una cosa molto importante cercare di garantire a questi bambini l'insegnamento della fede cattolica, secondo le tradizioni dei loro genitori. Per questo stiamo cercando un modo per insegnare la fede cattolica in lingua ebraica in varie comunità. Stiamo anche organizzando campi estivi per questi bambini, perché possano ritrovarsi insieme - ed è molto interessante quando stanno insieme perché sono di tutti i colori e di tutte le culture, ma questi ragazzi, tutti, parlano l'ebraico come prima lingua. Comunicano tra loro in ebraico. Questi bambini si ritrovano insieme per imparare qualcosa sulla fede cattolica. Ma il progetto forse più importante perché sarà quello di maggiore impatto, è scrivere libri di catechesi in ebraico. Abbiamo già pubblicato il primo, lo scorso anno, su Cristo. Il secondo sarà pubblicato prima del prossimo Natale e sarà sulla Chiesa. Per l’anno prossimo abbiamo già cominciato a lavorare sul volume sulle feste della Chiesa. Tutto ciò in ebraico, in modo che questi bambini possano conoscere le proprie tradizioni.
La terza area di impegno del nostro Vicariato è il dialogo con il popolo ebraico in lingua ebraica. È molto importante in Israele che ci sia una parte della Chiesa cattolica che abbia come espressione la lingua ebraica e che possa parlare le lingue del Paese con la gente che vive qui, che è sempre più aperta a questo dialogo con la Chiesa, che cerca sempre più un punto di vista intellettuale, per conoscere quello che è la Chiesa, Gesù Cristo, che cosa si insegna, quello che si dice su qualsiasi argomento. E per questo - l'Instrumentum Laboris lo ha sottolineato - è importante che la Chiesa formi persone che possano parlare ebraico per dialogare con gli ebrei israeliani nella loro lingua di oggi.

D: E la tua speranza per il Sinodo?

R: Credo che la mia speranza personale, che è condivisa anche da altri vescovi, sacerdoti e fedeli della nostra Chiesa, è che il Sinodo sia un momento di rinascita, un momento in cui la Chiesa trovi la coerenza, l'unità, una comunione profonda, per dare una testimonianza di quei valori che Gesù ha predicato nel Vangelo.







All the contents on this site are copyrighted ©.