Gremita la Basilica di Santa Maria degli Angeli per i funerali dei quattro alpini
morti in Afghanistan
Nella Basilica romana di Santa Maria degli Angeli, gremita di militari, autorità,
ma anche di gente comune si sono svolti stamani i funerali solenni per i quattro alpini
uccisi in Afghanistan. Il rito è stato celebrato dall'ordinario militare, monsignor
Vincenzo Pelvi. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha avvicinato commosso i familiari
dei militari caduti. “Dobbiamo a questi ragazzi infinita riconoscenza – ha detto –
per aver sacrificato le loro giovani vite servendo con altruismo e coraggio una causa
giusta e facendo onore nel modo più alto al loro e nostro Paese, all'Italia”. Il servizio
di Fausta Speranza:
Hanno testimoniato
l'amore nel servizio ai più deboli ed emarginati, non rivendicando diritti ma rispondendo
ai bisogni”. Così l'ordinario militare, monsignor Pelvi, ricorda nell'omelia i quattro
alpini uccisi in Afghanistan, profeti del bene comune. “Erano in Afghanistan - aggiunge
- per difendere, aiutare, addestrare:
“Cari genitori, proprio voi,
avete insegnato quell’amore gratuito, disinteressato, generoso, che si è manifestato
poi nella professione militare di Marco, Francesco, Gianmarco, Sebastiano. Educati
da voi, genitori, a quegli slanci militari di solidarietà creativa, capace di allargare
il cuore verso le necessità dei deboli e fare quanto concretamente possibile per venire
loro in soccorso”.
Ricorda che compito dei militari italiani in
quella martoriata terra è il mantenimento della sicurezza, la formazione dell'esercito
e della polizia afghani, la realizzazione di progetti civili come ponti, scuole, ambulatori
e pozzi”. Poi aggiunge: “I nostri militari si nutrono anche della forza delle nostre
convinzioni e della consapevolezza di una strategia chiara e armonica, che le nazioni
mettono in campo per un progetto di convivenza mondiale ordinata”. “Dinanzi a tale
responsabilità - sottolinea - nessuno può restare neutrale o affidarsi a giochi di
sensibilità variabili, che indeboliscono la tenuta di un impegno così delicato per
la sicurezza dei popoli”. Sulla strage dei militari italiani in Afghanistan di sabato
scorso, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, riferirà mercoledì alle 13 in
Senato e alle 12.30 alla Camera. A proposito dell'ipotesi, di cui si parla in queste
ore, di armare gli aerei italiani presenti in Afghanistan La Russa sottolinea che
ogni decisione sarà presa solo se ci sarà una larga condivisione”. Delle 47 nazioni
che contribuiscono alla missione Isaf in Afghanistan, per un totale di circa 110 mila
uomini, alcune mettono a disposizione aerei da combattimento muniti di bombe. Come
siano attrezzati i soldati fa parte delle informazioni riservate, ma si sa che l'Italia,
che ha la responsabilità del Comando regionale ovest (Herat), ha scelto di non armare
con bombe i propri cacciabombardieri. Si sa anche che Italia, Germania, Spagna e altri
Paesi non consentono ai propri contingenti di condurre azioni prettamente offensive.
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’intervista al quotidiano La Repubblica
afferma che il contingente italiano inizierà gradualmente a lasciare l'Afghanistan
nell’estate 2011 per completare il ritiro nel 2014. In totale coordinamento con gli
alleati”.
Israele deve garantire i diritti di tutti i cittadini: così
l'Alto rappresentante della Ue Israele deve garantire i diritti di tutti i
cittadini: lo ha affermato la portavoce dell'Alto Rappresentante della Ue, Catherine
Ashton, interpellata sulla decisione del governo israeliano di approvare un emendamento
alla legge sulla cittadinanza, che include per i non ebrei un giuramento di fedeltà
allo Stato di Israele in quanto “ebraico e democratico”.
Area Ocse: 45 milioni
e mezzo di persone senza lavoro Nei Paesi Ocse sono senza lavoro 45,5 milioni
di persone, 13,4 milioni in più rispetto a luglio 2008, ovvero prima della crisi economica.
Lo rileva l'Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa, riferendosi
ai dati di agosto 2010. Il tasso di disoccupazione medio nei Paesi Ocse ad agosto
era all'8,5%, con un picco in Spagna (20,5%) e nella Repubblica Slovacca (14,6%),
mentre i livelli più bassi si riscontrano in Corea (3,4%), in Austria (4,3%) e in
Olanda (4,5%). Nell'Unione Europea il tasso di disoccupazione è al 9,6% (0,4 punti
percentuali in più rispetto ad agosto 2009), mentre nell'area euro è al 10,1% (0,4
punti in più rispetto ad agosto 2009). L'Italia segna un tasso di disoccupazione dell'8,2%,
in calo di 0,2 punti percentuali rispetto all'8,4% registrato a luglio. Il tasso di
disoccupazione medio annuo nel 2007 nei Paesi Ocse era al 5,8%, passato poi al 6,1%
nel 2008 e all'8,3% nel 2009. In Italia si è passati dal 6,2% di senza lavoro nel
2007 al 6,8% nel 2008 e il 7,8% nel 2009.
Francia, sciopero contro l’innalzamento
dell’età pensionabile da 60 a 62 anni La Francia si ferma contro la riforma
che vuole alzare da 60 a 62 anni l'età per la pensione minima e da 65 a 67 quella
per la massima. È il momento cruciale del braccio di ferro fra il sindacato, che minaccia
di prorogare a oltranza da questa sera gli scioperi nei trasporti e nelle raffinerie,
e il governo, per ora irremovibile. La riforma che il presidente, Nicolas Sarkozy,
considera fondamentale per i suoi cinque anni di presidenza, ha messo in cantiere
proprio ieri sera l'approvazione in Senato dell'articolo che innalza da 65 a 67 l'età
per smettere di lavorare e ottenere una pensione completa se si hanno il massimo dei
contributi. Entro fine mese, il governo di Francois Fillon punta all'approvazione
definitiva della riforma, ma dovrà fare i conti con un'opinione decisamente contraria
dei francesi (7 contro 3) e con i sindacati. Perturbazioni, ritardi e annullamenti
si registrano in tutta la rete di trasporti, se si eccettuano gli Eurostar per Londra
e la rete di autobus di Parigi, alle prese però con ingorghi pesantissimi. Il traffico
aereo registra un annullamento del 50% dei voli all'aeroporto di Orly e del 30% a
Roissy, i due aeroporti parigini. Nel pomeriggio, 244 cortei sfileranno in altrettante
città, dove si punta a superare il record delle precedenti quattro giornate di manifestazioni
(tre milioni per i sindacati, 900 mila per la questura).
In Portogallo le
presidenziali si terranno il 23 gennaio Le elezioni presidenziali si terranno
in Portogallo il 23 gennaio: lo ha annunciato il capo dello Stato, Anibal Cavaco Silva.
Quattro candidature sono già state presentate per l'elezione del successore dell'attuale
capo dello Stato: si presentano il socialista Manuel Alegre, appoggiato dal Ps del
premier Josè Socrates e dal partito post-trozkista Bloco de Esquerda, Francisco Lopes
per il partito comunista Pcp, e gli indipendenti Fernando Nobre e Defensor de Moura.
Cavaco Silva, ex premier ed ex leader del partito conservatore Psd, per ora non ha
fatto sapere se intenda candidarsi o meno. Ma diversi analisti considerano una sua
ricandidatura probabile.
Terza rivolta in 11 giorni in un Centro di prima
accoglienza a Cagliari È tornata presto alla normalità la situazione all’aeroporto
di Cagliari, dopo che ieri nel pomeriggio alcuni spazi erano stati interessati dai
disordini dovuti alla fuga di un centinaio di immigrati da un Centro di prima accoglienza
realizzato nell'area militare dello scalo. Alcuni di loro, nordafricani, hanno raggiunto
la pista facendo scattare l’allarme. Dopo l’intervento della polizia, tutti sono stati
raggiunti: 10 gli arresti. Ma nel Centro la situazione resta difficile. Si tratta,
infatti, della terza rivolta in 11 giorni. Gabriella Ceraso ha parlato con
il direttore della Caritas di Cagliari, Don Marco Lai:
R. – Alla
base di questi episodi c’è questa situazione: un centro di primo soccorso, con un
primo screening sanitario, in cui dopo quattro, massimo cinque giorni, gli
ospiti del centro dovrebbero partire per la penisola, andando o a Roma o a Gorizia.
Di fatto, questo gruppo di 103 algerini si trova nel centro da più di 40 giorni. Quindi,
questo stato di incertezza e la percezione di disinteresse dopo un lungo viaggio sono
i motivi di questa escalation di violenza. Il centro è in grado di ospitare
220 persone. Gli ospiti in questo momento, di fatto, sono 103, e credo si tratti di
una prima accoglienza, che dura oltre ogni limite.
Il Ministero degli
Esteri cinese: Nobel per la pace assegnato a un criminale Il portavoce del
ministero degli Esteri cinese, Ma Zhaoxu, è intervenuto in conferenza stampa a Pechino
sul Premio Nobel per la pace 2010 affermando che sia stato assegnato a un “criminale”.
La decisione di premiare il dissidente Liu Xiaobo, in carcere per “istigazione alla
sovversione” – ha detto – è una “mancanza di rispetto nei confronti del sistema giudiziario
cinese”. “Se stanno cercando di cambiare il sistema politico cinese hanno chiaramente
sbagliato i calcoli”, ha aggiunto il portavoce. Da Bruxelles, l'Alto rappresentante
della politica estera della Ue, Catherine Ashton, chiede che il Premio Nobel per la
pace 2010 Liu Xiaobo sia rilasciato e possa ritirare personalmente il proprio premio
a Stoccolma e che alla moglie Liu Xia siano tolti subito gli arresti domiciliari,
per i quali ''non c'è alcuna base legale''. Intanto, gli avvocati del Premio Nobel
per la pace Liu Xiaobo fanno sapere di voler chiedere un nuovo processo per il loro
cliente, condannato ad 11 anni. Secondo l’avvocato, Shang Baojun, Liu ha il diritto
di chiedere di essere giudicato una seconda volta dall'Alta Corte di Pechino e non
vi è “alcun fondamento giuridico” nella residenza sorvegliata nella quale è stato
posto il dissidente. La moglie di Liu Xiaobo spera di poter ritirare il Premio a nome
del marito nella cerimonia che si terrà il 10 dicembre a Oslo, in Norvegia. La donna,
Liu Xia, ha espresso la sua speranza in una conversazione telefonica con un gruppo
umanitario di Hong Kong, che è riuscito a tenersi in contatto con lei nonostante la
stretta vigilanza esercitata dalla polizia politica cinese, che ha cercato di isolarla
completamente dal resto del mondo da venerdì sera. Un portavoce del Ministero degli
esteri cinese ha affermato di “non conoscere” la donna.
Domani a New York
primo processo negli Usa a un ex detenuto di Guantanamo Dopo una serie di rinvii
e di sospensioni di udienza, si aprirà domani a Manhattan, ma senza un testimone chiave,
il primo processo sul suolo americano che vede imputato un ex detenuto del carcere
di Guantanamo. Sul banco degli imputati salirà il presunto militante di al Qaeda,
Ahmed Ghailani, 36 anni, un cittadino della Tanzania accusato di essere responsabile
di due attacchi contro ambasciate Usa in Africa, con oltre 200 vittime. L'uomo si
proclama innocente, ammettendo di aver fornito l’esplosivo ma affermando di non sapere
l’uso che se ne sarebbe fatto. Riconosce anche di avere avuto incontri con leader
di al Qaeda come Osama Bin Laden e Khalid Shaikh Mohammed. Ghailani sarà il primo,
ma forse anche l'ultimo prigioniero di Guantanamo a finire di fronte ad un tribunale
americano dopo che gli Stati Uniti, viste le critiche sollevate e le difficoltà per
chiudere il carcere cubano, hanno rinunciato a trasferire a New York elementi di spicco
come Khalid Shaikh Mohammed, considerato il cervello degli attacchi dell'11 settembre.
Se Ghailani è il primo detenuto del carcere cubano ad essere processato negli Usa
da una Corte non militare, l'uomo è in realtà il secondo terrorista da quando è presidente
Usa Barack Obama a finire di fronte a un tribunale Usa, dopo Ali Saleh Kahlah al-Marri,
che però era in carcere in South Carolina. L'uomo è accusato di avere procurato il
materiale e l'esplosivo per i due attentati.
Tensione al confine tra Israele
e Libano Sale la tensione al confine fra Israele e Libano in attesa della visita
del presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, nel Libano meridionale, probabilmente
nella giornata di giovedì. Oggi, una esplosione ha fatto sobbalzare gli abitanti della
cittadina israeliana di Metulla, alcune centinaia di metri a sud della linea di confine
con il Libano. In un primo momento, gli abitanti hanno pensato all'esplosione di un
razzo katiuscia sparato dal territorio libanese, ma dopo breve tempo le autorità militari
hanno escluso si sia verificato alcun attacco. A quanto risulta, durante la visita
nel Libano meridionale, il presidente iraniano intende spingersi fino al confine con
Israele. “Quando arriverà lanceremo in aria duemila palloncini bianchi e azzurri (i
colori nazionali di Israele, ndr), uno per ogni di Diaspora dal popolo ebraico”, ha
anticipato il deputato del Likud Ayub Kara, un membro della minoranza drusa. “Vogliamo
dire al popolo libanese che noi siamo interessati alla pace ed esprimere la nostra
solidarietà a quella parte dei libanesi che si sollevano contro il dittatore iraniano”.
Secondo la stampa israeliana, la polizia e i servizi medici della alta Galilea hanno
elevato lo stato di allerta per far fronte a disordini che potrebbero accompagnare
la visita di Ahmadinejad nelle roccaforti Hezbollah a ridosso del confine.
In
Ucraina almeno 37 morti per la collisione tra treno e pulmann È salito ad almeno
37 morti il bilancio di una collisione fra un treno e un pullman, avvenuto questa
mattina in Ucraina. Lo dice la polizia stradale ucraina, aggiornando un primo bilancio
precedente che parlava di almeno 10 morti.
Sri Lanka, annullati 300 matrimoni
di minori L'Authority cingalese di protezione dei bambini ha ordinato l'annullamento
di almeno 300 matrimoni contratti da persone minori di 18 anni. I matrimoni di adolescenti,
e a volte anche di bambini, sono comuni in Asia meridionale e in Sri Lanka. Sono organizzati
dalle famiglie e spesso sono oggetto di importanti transazioni economiche. Comunque,
dopo aver esaminato centinaia di dossier, l'Authority cingalese di protezione dei
bambini, spiega un quotidiano, ha deciso di disporre l'annullamento di 300 matrimoni,
soprattutto nei distretti di Badulla e Polonnaruwa, perchè celebrati in assenza dell'età
minima richiesta per essi. La presidente dell'organismo, Anoma Dissanayake, ha comunque
detto che molte coppie alle quali è stato annullato il matrimonio hanno raggiunto
nel frattempo il 18.mo anno di età, per cui ora sono in grado di far registrare normalmente
i documenti matrimoniali. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 284
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