Funerali dei 4 militari italiani. Mons. Pelvi: morti in Afghanistan per servire i
più deboli
Nella Basilica romana di Santa Maria degli Angeli, gremita di militari, autorità,
ma anche di gente comune si sono svolti stamane i funerali solenni per i quattro alpini
uccisi in Afghanistan. Il rito è stato celebrato dall'ordinario militare, monsignor
Vincenzo Pelvi. Il capo dello Stato Napolitano, ha avvicinato commosso i familiari
dei militari caduti. “Dobbiamo a questi ragazzi infinita riconoscenza – ha detto -
per aver sacrificato le loro giovani vite servendo con altruismo e coraggio una causa
giusta e facendo onore nel modo più alto al loro e nostro Paese, all'Italia”. Il servizio
di Fausta Speranza:
Hanno testimoniato
l'amore nel servizio ai più deboli ed emarginati, non rivendicando diritti ma rispondendo
ai bisogni”. Così l'ordinario militare, monsignor Pelvi, ricorda nell'omelia i quattro
alpini uccisi in Afghanistan, profeti del bene comune. “Erano in Afghanistan - aggiunge
- per difendere, aiutare, addestrare:
“Cari genitori, proprio voi, avete
insegnato quell’amore gratuito, disinteressato, generoso, che si è manifestato poi
nella professione militare di Marco, Francesco, Gianmarco, Sebastiano. Educati da
voi, genitori, a quegli slanci militari di solidarietà creativa, capace di allargare
il cuore verso le necessità dei deboli e fare quanto concretamente possibile per venire
loro in soccorso”.
Ricorda che compito dei militari italiani in quella
martoriata terra è il mantenimento della sicurezza, la formazione dell'esercito e
della polizia afgani, la realizzazione di progetti civili come ponti, scuole, ambulatori
e pozzi”. Poi aggiunge: “I nostri militari si nutrono anche della forza delle nostre
convinzioni e della consapevolezza di una strategia chiara e armonica, che le nazioni
mettono in campo per un progetto di convivenza mondiale ordinata”. “Dinanzi a tale
responsabilità - sottolinea - nessuno può restare neutrale o affidarsi a giochi di
sensibilità variabili, che indeboliscono la tenuta di un impegno così delicato per
la sicurezza dei popoli”. Sulla strage dei militari italiani in Afghanistan di sabato
scorso, il ministro della Difesa Ignazio La Russa riferirà mercoledì alle 10 in Senato
e alle 12.30 alla Camera. A proposito dell'ipotesi, di cui si parla in queste ore,
di armare gli aerei italiani presenti in Afghanistan La Russa sottolinea che ogni
decisione sarà presa solo se ci sarà una larga condivisione”. Delle 47 nazioni che
contribuiscono alla missione Isaf in Afghanistan, per un totale di circa 110mila uomini,
alcune mettono a disposizione aerei da combattimento muniti di bombe. Come siano attrezzati
i soldati fa parte delle informazioni riservate ma si sa che l'Italia, che ha la responsabilità
del comando regionale ovest (Herat), ha scelto di non armare con bombe i propri cacciabombardieri.
Si sa anche che Italia, Germania, Spagna e altri Paesi non consentono ai propri contingenti
di condurre azioni prettamente offensive. Resta da dire che il ministro degli Esteri
Franco Frattini in un’intervista a Repubblica afferma che il contingente italiano
inizierà gradualmente a lasciare l'Afghanistan nell’estate 2011 per completarlo nel
2014. In totale coordinamento con gli alleati”.