Costa d'Avorio: l’arcivescovo di Abidjan esorta i cattolici a votare candidati capaci
e onesti
Prepararsi anche spiritualmente per potere scegliere candidati “competenti, autentici
e dotati” di un minimo di cultura politica, ma soprattutto desiderosi di promuovere
lo sviluppo della Costa d’Avorio, e distinguere le promesse realistiche dai discorsi
“vuoti”. È l’appello rivolto dall’arcivescovo di Abidjan, mons. Jean-Pierre Kutwa,
in un messaggio pastorale pubblicato in vista delle elezioni presidenziali del prossimo
31 ottobre, attese dal 2005. Chi sceglierà scientemente “una persona non all’altezza
del compito che le sarà affidato” si renderà responsabile “di un’operazione che rischia
di fare rimanere indietro il Paese”, ammonisce il messaggio ripreso dall’agenzia Apic.
“Se invece parteciperete all’elezione di un candidato valido, capace di condurre il
nostro Paese verso il pieno sviluppo delle sue potenzialità, contribuirete alla creazione
delle condizioni che favoriscono la promozione della Nazione”. Dedizione, spirito
servizio, prudenza e soprattutto onestà: queste sono, secondo mons. Kutwa, le qualità
morali che gli elettori dovranno ricercare nei candidati, criteri di scelta – afferma
- che sono “l’esatto contrario di quelli facili, egoisti e pericolosi della famiglia,
della tribù, del denaro e della religione” di appartenenza. Con il suo voto - afferma
ancora il testo - il cittadino dimostra che non è un “elemento passivo di una massa”
informe, ma “un membro attivo, un anello essenziale, vivo e libero” di un popolo che
sceglie i propri dirigenti. L’arcivescovo di Abidjan ricorda quindi che “i partiti
non sono un fine in sé, ma degli strumenti creati ed organizzati per servire il popolo
attraverso l’esercizio del potere nella gestione degli affari politici”. Nessun partito
dirà mai di volersi mettere al servizio della menzogna, ma, osserva mons. Kutwa, “quelli
che vogliono conservare o conquistare il potere, si rendono presto conto che saranno
tentati da compromessi, da leggi demagogiche per raccogliere consensi”. Di qui, in
conclusione, il rinnovato appello alla coscienza degli elettori, poiché – afferma
- il voto “è un atto carico di conseguenze che deve essere compiuto in piena libertà
e verità”. Quello di mons. Kutwa è il secondo messaggio sulle elezioni. In quello
precedente egli aveva invitato i cattolici a partecipare numerosi al voto e a non
farsi tentare dall’astensione. In questi giorni, il presule sta effettuando una visita
pastorale in tutte le parrocchie della capitale per esortare i fedeli alla pace e
condividere la convinzione che essa è ormai a portata di mano, dopo otto anni di instabilità
e violenze. Il Paese - lo ricordiamo – è stato sconvolto da una grave crisi politica
che ha paralizzato le istituzioni dal 2002 ed è sfociata in diversi tentativi di colpi
di Stato. (L.Z.)