Intervista a mons. Salim Sayegh, vicario patriarcale per la Giordania
Per una prima impressione sui lavori sinodali Paolo Ondarza ha sentito mons.
Salim Sayegh, vicario patriarcale per la Giordania:
R. – La prima
impressione che mi ha dato è l’unità della Chiesa. Io credo in una Chiesa unica e
universale. Che gioia è per me veramente vedere tutti i vescovi del Medio Oriente
e tanti altri vescovi attorno al Santo Padre, che rappresenta per noi San Pietro e
Gesù Cristo. Per me è una cosa unica, una grazia del Signore, che mostra anche come
il Santo Padre, il successore di San Pietro, si interessi profondamente alle Chiese
del Medio Oriente.
D. – Eccellenza, effettivamente quella dell’unità dei
cristiani in Medio Oriente è una delle priorità su cui si concentra questo Sinodo,
perché le differenze di tradizione non comportino però una divisione tra cristiani
…
R. – Comportano una divisione quando non c’è la carità, ma l’unità della
Chiesa nelle diversità è una ricchezza. Questa ricchezza ha un’anima che si chiama
carità. E’ questa la bellezza della Chiesa.
D. - Lei diceva che ha respirato
quest’aria di carità e di sintonia tra le diverse presenze cristiane in questo sinodo…
R.
– Esattamente. Veniamo tutti qui con gioia per studiare insieme la nostra testimonianza
nel Medio Oriente e per poter poi agire secondo questa nostra missione.
D.
– Le chiedo una parola sulla sua realtà in Giordania…
R. – Dunque, la questione
dei cristiani. Noi con i musulmani – che sono il 97 per cento della popolazione –
viviamo già dal tempo della Mecca, dall’inizio dell’islam, e dunque abbiamo 1500-1600
anni di esperienza. Cerchiamo allora davvero di mantenere una convivenza pacifica
con tutti i musulmani. E’ vero che su tanti punti non siamo d’accordo – secondo la
fede non siamo d’accordo, secondo la libertà religiosa ci manca ancora la libertà
– ma c’è la libertà di culto. In Giordania il governo, il re, il Palazzo reale, cercano
sempre di mantenere l’equilibrio che è una grazia del Signore che si riesce veramente
a vivere in Giordania.
D. – Non vivete nella vostra terra la fuga dei cristiani?
R. – C’è un po’ la fuga dei cristiani, ma la ragione della fuga è la questione
economica, non la questione religiosa.