La Chiesa cubana annuncia la decisione del governo dell’Avana di liberare tre detenuti
politici
A Cuba altri tre prigionieri politici, detenuti da molti anni nelle carceri dell’Avana,
saranno rilasciati presto dalle autorità dell’isola. Lo ha annunciato la Chiesa locale,
dopo il dialogo avviato con il governo che ha già deciso la graduale liberazione di
una cinquantina di prigionieri. Eugenio Bonanata ne ha parlato con il collega
Luis Badilla, esperto di questioni sud americane:
R. – Questa
decisione del governo dell’Avana conferma la validità e la serietà degli accordi che
sono stati presi fra il governo e le alte autorità della Chiesa cubana. Quindi, questa
mediazione che la Chiesa porta avanti ormai da diversi mesi sta dando, seppure lentamente,
frutti importanti. Inoltre non va dimenticato che questa liberazione arriva nel contesto
di misure economiche molto drastiche per riformare il sistema, fra cui la ricollocazione
di 500 mila impiegati pubblici. Questo suggerisce che il governo cubano ha bisogno
di un certo consenso sociale per poter andare avanti con tali riforme. La questione
dei dissidenti politici o dei prigionieri politici va risolta.
D. –
Va sottolineato il fatto che questi detenuti non fanno parte del gruppo di oppositori,
di cui è già stata concordata la liberazione, e che sono dei prigionieri storici...
R.
– Ciò dimostra che il governo vuole veramente, almeno fino ad ora, risolvere il problema
alla radice. Del primo gruppo fanno parte 52 persone detenute dal 2003 in poi. Questi
tre, invece, sono in carcere da parecchi anni, uno dal 1987. Uno è stato accusato
di aver sequestrato un aereo per fuggire da Cuba e un altro ancora è stato accusato,
perché è stato trovato un arsenale nella sua casa. Insomma la loro incarcerazione
risale a 20 - 25 anni fa. Quindi, così come si parla di comandanti storici della rivoluzione,
noi possiamo parlare in questo caso di prigionieri politici storici. E questa è una
novità in assoluto.
Cile minatori In Cile le autorità hanno previsto
per mercoledì prossimo l’avvio delle operazioni di risalita dei 33 minatori, intrappolati
in un giacimento dallo scorso mese di agosto. In queste ore si procede alla messa
in sicurezza del tunnel, che ieri ha raggiunto il gruppo in fondo alla miniera a 700
metri di profondità. Si tratta di rivestire le pareti, in alcuni tratti, con cerchi
metallici. Terminata questa operazione inizierà la fase di salvataggio vera e propria
attraverso una capsula – una sorta di ascensore – che verrà calata nel cunicolo e
che riporterà in superficie gli operai uno per volta.
Afghanistan Rientreranno
domani mattina all’aeroporto romano di Ciampino le salme dei quattro soldati italiani
morti ieri in Afghanistan durante un’imboscata nella provincia di Farah. I funerali
si svolgeranno probabilmente martedì. Oggi, intanto, i talebani hanno rivendicato
l’attacco attraverso un comunicato. A livello politico, l’Alto consiglio di pace ha
nominato l’ex presidente Rabbani a capo dell’organismo creato in questi giorni per
mediare con gli insorti.
Pakistan In Pakistan, un nuovo raid condotto
da aerei senza pilota americani ha provocato la morte di almeno 4 presunti miliziani.
E' successo nella regione tribale del Waziristan del Nord. Proprio oggi, inoltre,
sono state riaperte le frontiere di Torkam al passaggio dei convogli della Nato con
rifornimenti per le truppe in Afghanistan. In questi giorni le autorità di Islamabad
avevano decretato la chiusura in seguito alla morte di due suoi soldati ad opera di
elicotteri Usa.
Israele Gli aspiranti cittadini di Israele dovranno
giurare fedeltà non solo allo Stato ma al Paese quale entità "ebraica e democratica".
E’ quanto prevede la nuova legge sulla cittadinanza al voto oggi in parlamento. Il
provvedimento ha innescato un aspro dibattito politico. Per il premier Netanyahu,
la legge, sostenuta dalla destra radicale Israel Beitenu, “rappresenta l'essenza del
sionismo”. Netta, invece, l’opposizione dei laburisti che parlano di un provvedimento
confinante con il fascismo.
Kirghizistan Urne aperte stamattina in
Kirghizistan per le elezioni legislative, destinate a segnare la nascita della prima
democrazia parlamentare dell’Asia. La tornata si svolge in un clima di tensione dopo
i violenti scontri interetnici dei mesi scorsi, con il governo provvisorio, insediatosi
ad aprile, che non è riuscito a ripristinare la piena stabilizzazione.
Cina In
Cina, la moglie del Nobel per la Pace 2010, Liu Xiaobo, ha incontrato suo marito nel
carcere dove si trova detenuto per informarlo dell’assegnazione del riconoscimento.
Lo ha reso noto l’Osservatorio per i diritti umani di Hong Kong. In queste ore, la
sorte della donna aveva destato preoccupazione, dopo che la polizia ieri l’aveva prelevata
nel suo appartamento.
Birmania Possibile liberazione, in Birmania,
di 11mila prigionieri in vista delle elezioni di novembre. L’intenzione del regime
è stata comunicata da fonti ufficiali, precisando che i rilasci avverranno a partire
dai prossimi giorni. L’obiettivo è quello di consentire a tutti di votare. Non è chiaro
se verranno rilasciati anche gli oltre 2 mila oppositori politici che si trovano nelle
carceri del Paese.
Corea del Nord Il leader nordcoreano Kim Jong-il
e il suo terzogenito, Kim Jong-un, suo atteso successore, hanno assistito alla parata
militare organizzata oggi a Pyongyang per celebrare i 65 anni della fondazione del
Partito dei Lavoratori. Media locali riferiscono di una massiccia partecipazione all’evento,
annunciato in questi giorni come il più grande mai realizzato nel Paese.
Corea
del Sud Il più noto disertore del regime nord coreano, Hwang Jang-yop, è stato
trovato morto oggi nella sua abitazione a Seoul, la capitale della Corea del Sud,
dove si era rifugiato nel 1997 in seguito alla sua fuga da Pyongyang dove era diventato
il più stretto collaboratore di Kim Jong-il. L’uomo, 87 anni, sarebbe deceduto per
un arresto cardiaco ma le autorità locali hanno avviato un'indagine per chiarire le
cause del decesso. In questi anni sono stati diversi i tentativi di ucciderlo.
Ungheria In
Ungheria è rientrato l’allarme per il cedimento del serbatoio di fango tossico nell’impianto
di lavorazione dell’alluminio, che, il 4 ottobre scorso, ha originato il peggiore
disastro ecologico del Paese. Le squadre di soccorso dovrebbero terminare domani la
costruzione del muro protettivo della struttura, mentre prosegue la pulizia del territorio
che impegna mille e 500 uomini. La Protezione civile ha fatto sapere che l’inquinamento
dei corsi d’acqua è in diminuzione. Enormi i danni all’ecosistema.(Panoramica internazionale
a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LIV no. 283
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