Al dissidente cinese Liu Xiaobo il Nobel per la Pace 2010. La protesta di Pechino
E’ stato assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo il Premio Nobel per la Pace 2010.
Da Pechino è giunta una forte protesta. Sul piano internazionale molte felicitazioni.
Il presidente della Commissione Ue, Barroso, parla di “forte messaggio di sostegno
a tutti quelli che nel mondo, spesso con grandi sacrifici personali, stanno lottando
per la libertà e i diritti umani''. Il portavoce del governo di Berlino chiede che
Liu venga rimesso in libertà. Il servizio di Fausta Speranza:
"Una oscenità":
è questo il duro commento di Pechino all’assegnazione del Nobel per la Pace 2010 a
Liu Xiaobo che sta scontando una condanna ad 11 anni di carcere per ''istigazione
alla sovversione''. Aveva già trascorso lunghi periodi in galera, quando è stato arrestato
alla fine del 2008 e poi condannato nel giorno di Natale del 2009. E’ stato accusato
di essere tra i promotori di Charta08, il documento favorevole alla democrazia che
è stato firmato da oltre duemila cittadini cinesi. Spiegando le motivazioni per l'assegnazione
in diretta sul sito web del Comitato, il presidente del Comitato del Nobel,
Thorbjoern Jagland, ha detto che Liu è stato scelto "per la sua lotta lunga
e non violenta per i diritti umani fondamentali, in Cina. Il Comitato sostiene da
molto tempo che ci sia uno stretto legame tra i diritti umani e la pace". Il premio
prevede un assegno da 10 milioni di corone svedesi (1,5 milioni di dollari) e verrà
consegnato a Oslo il 10 dicembre. Non è chiaro chi ritirerà il premio, se a Liu –
come si teme - non verrà permesso di viaggiare in Norvegia. Nato nel 1955 nella città
industriale di Changchun, nel nordest della Cina, Liu è stato educato alla religione
cristiana. Era un giovane e brillante professore universitario di letteratura quando
scoppiò il movimento studentesco del 1989 e fu tra gli intellettuali che si schierarono
con i giovani, ai falliti tentativi di dialogo con le autorità. Dopo essere stato
interdetto dall’insegnamento, ha continuato a criticare il sistema politico cinese
con saggi e articoli pubblicati all'estero e diffusi clandestinamente in Cina. A proposito
di diffusione di notizie va detto che in Cina la trasmissione in diretta della rete
televisiva Bbc per l'annuncio del premio Nobel per la pace è stata interrota al momento
del nome del vincitore. Liu Xiaobo è sposato con Liu Xia, anche lei insegnante. Raggiunta
dalla agenzia France Presse, si è detta "felicissima" del premio assegnato al marito
e ha sottolineato di chiedere al governo "con insistenza" di scarcerarlo. Con commozione
ha anche riferito che la polizia si è recata subito a casa sua dicendo che sarà accompagnata
nella provincia di Liaoning (nordest) dove il marito è in carcere, così che possa
dargli la notizia del premio.
Ma per tracciare un profilo di Liu e per
sapere come viene considerato in Cina il vincitore del premio Nobel per la pace, Salvatore
Sabatino ha intervistato Francesco Sisci, corrispondente da Pechino per il quotidiano
la Stampa: