Tribunale rinvia alla Consulta la Legge 40 sulla fecondazione artificiale
Italia. Il Tribunale di Firenze ha rinviato alla Consulta la Legge 40 per la parte
che vieta la fecondazione eterologa, giudicata incostituzionale perché lederebbe il
diritto alla salute e i diritti fondamentali dell'uomo sanciti dalla Carta. Lo rende
noto uno degli avvocati della coppia fiorentina che ha fatto ricorso dopo che un centro
per la procreazione assistita ha negato loro la fecondazione eterologa perché espressamente
vietata dall'articolo 4 della Legge 40. La coppia – spiega il legale - ha fatto valere
il contenuto di una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, emessa nell'aprile
del 2010: “la Corte di Strasburgo ha condannato l'Austria a risarcire il danno ad
una coppia e ad eliminare il divieto di fecondazione eterologa contenuto in una legge
analoga a quella italiana". Il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha affermato
che "è ormai evidente che nei confronti della Legge 40 c'è un attacco di alcuni tribunali.
Non su punti marginali ma puntando alla struttura della legge per smontarla. Si dica
che si vuole tornare al Far West". "Si vuole così colpire la volontà popolare - ha
quindi aggiunto - perché tra l'altro, l'eterologa era uno dei punti sottoposti al
voto referendario". Anche per l'Associazione Scienza e Vita si tratta di un ''ennesimo
tentativo di stravolgere e delegittimare la Legge 40''. ''Il ricorso alla fecondazione
artificiale eterologa - dichiara l’Associazione - significa la costituzione di una
cooperativa genitoriale, con l'immediata separazione tra identità biologica, identità
sociale e naturale di un figlio. Il divieto di ricorrere alla fecondazione artificiale
eterologa risponde a questo elementare criterio di riferimento''.