Save the Children: 8 milioni di bambini muoiono ogni anno nel mondo per malattie curabili
Ogni anno più di 8 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono per malattie prevenibili
e curabili, come polmonite e diarrea, e persino perché affamati. 195 milioni sono
affetti da malnutrizione cronica. Le aree più interessate: l’Africa e il Sud dell’Asia.
Lo afferma il rapporto di Save the Children sulla mortalità infantile, che oggi ha
lanciato dal Campidoglio, a Roma, la campagna “Every One”. La manifestazione, che
durerà fino al 7 novembre, prevede tra le varie iniziative anche la possibilità di
donare 2 euro mandando un sms al numero 45503. Debora Donnini ha intervistato
Filippo Ungaro, responsabile comunicazione di Save the Children-Italia.
R. - Basterebbe
veramente pochissimo per salvare la vita a questi bambini. Parliamo di banali medicinali,
cuscini, zanzariere o, comunque, l’assistenza sanitaria adeguata.
D.
- Voi avete parlato anche di progressi che sono stati registrati in questo ultimo
tempo: quali sono?
R. - Ci sono dei Paesi che hanno investito nei sistemi
sanitari, grazie anche all’aiuto di organizzazioni come Save the Children. Dallo scorso
anno i dati sulla mortalità si sono ridotti, siamo passati da 9 milioni di bambini
che muoiono ogni anno a poco più di 8 milioni. Tutto questo è certamente un dato positivo
ma, purtroppo, questo numero è ancora un numero inaccettabile e, purtroppo, la comunità
internazionale non sta facendo abbastanza per risolvere questo problema. Ricordiamo
che esiste uno degli obiettivi del Millennio che riguarda la mortalità infantile e
che prevede la sua riduzione di due terzi entro il 2015. Andando avanti di questo
passo, l’obiettivo si raggiungerà soltanto nel 2045, quindi con ben 30 anni di ritardo.
D.
- Voi avete messo in campo diverse iniziative per raccogliere i fondi, dall’Sms ad
una squadra di calcio come la Fiorentina, che sosterrà questa campagna. Ci può parlare
dell’evento dimostrativo, con i bambini, proprio di oggi?
R. - In Campidoglio
a Roma circa 100 bambini stanno facendo un evento dimostrativo con centinaia di palloncini
rossi con la scritta “Save me” e tutti insieme vogliono trattenere questi palloncini
con loro, non lasciarli andare via: ogni palloncino rappresenta metaforicamente la
vita di un bambino. I bambini, in primo luogo, ma anche diversi testimoni vogliono
dimostrare che la mortalità infantile si può fermare.
D. - Save the
Children concretamente, oltre a raccogliere i fondi sul posto, cosa fa?
R.
- Noi abbiamo programmi sanitari in oltre 30 Paesi del mondo. Naturalmente sono Paesi
poveri, economicamente meno sviluppati, e in questi programmi promuoviamo diversi
tipi di attività, dalla costruzione di reparti maternità negli ospedali alla ristrutturazione
di centri sanitari, alla formazione di personale sanitario specializzato fino alla
distribuzione di medicinali. Con i nostri progetti ogni anno Save the Children salverà
direttamente la vita a 500 mila bambini.