L'Anglican Covenant fa breccia tra gli anglicani in Sud Africa
JOHANNESBURG, anche gli anglicani dell'Africa meridionale si apprestano a sottoscrivere
«The Anglican Covenant», lo speciale patto sull'ortodossia biblica su cui ciascuna
provincia della Comunione anglicana è in questi mesi chiamata a esprimersi. Un importante
passo in questa direzione è stato compiuto venerdì 1° ottobre nel corso del sinodo
provinciale del Sud Africa che a «schiacciante maggioranza» — come rende noto l'Anglican
Communion News Service — ha votato un documento di approvazione al noto testo elaborato
nel 2009 dalla Comunione anglicana come risposta alle dilanianti controversie riguardanti
soprattutto l'accesso agli ordini sacri e la sessualità umana. Per aderire al patto
è necessario che i rappresentanti delle province s'impegnino a non intraprendere iniziative
che possano dividere i fedeli. Non si tratta però ancora di una parola definitiva
poiché il documento dovrà essere ratificato entro tre anni dalla prossima riunione
del sinodo provinciale. La Comunione anglicana nell'Africa meridionale comprende le
diocesi in Angola, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sud Africa, Swaziland e le isole di
Sant'Elena e Tristan da Cunha. A proporre l'adesione all'«Anglican Covenant» è
stato in primo luogo l'arcivescovo di Cape Town, Thabo Makgoba, al quale si è poi
associato il decano della provincia, il vescovo di Free State, Paddy Glover. Motivando
l'adesione all'«Anglican Covenant», Makgoba ha sottolineato come per gli anglicani
dell'Africa meridionale sia necessario provare a «svolgere un ruolo di riconciliazione»
tra le diverse correnti che animano la Comunione anglicana. Naturalmente, l'«Anglican
Covenant» non rappresenta la «garanzia» di una «facile soluzione», ma si tratta comunque
di un importante passo in avanti. Pur non trattandosi, infatti, di una dichiarazione
completa sulla natura della Comunione anglicana, «The Anglican Covenant» ha cercato
di «descrivere la nostra comune identità». Pur essendo stata votata a grande maggioranza,
non è mancato chi ha approvato il testo con delle riserve circa l'eccessiva «centralizzazione
del potere». Tra questi il reverendo Drake Tshenkeng della diocesi Kimberley e Kuruman.
(L’Osservatore Romano)