2010-10-06 13:30:04

L'Anglican Covenant fa breccia tra gli anglicani in Sud Africa


JOHANNESBURG, anche gli anglicani dell'Africa meridionale si apprestano a sottoscrivere «The Anglican Covenant», lo speciale patto sull'ortodossia biblica su cui ciascuna provincia della Comunione anglicana è in questi mesi chiamata a esprimersi. Un importante passo in questa direzione è stato compiuto venerdì 1° ottobre nel corso del sinodo provinciale del Sud Africa che a «schiacciante maggioranza» — come rende noto l'Anglican Communion News Service — ha votato un documento di approvazione al noto testo elaborato nel 2009 dalla Comunione anglicana come risposta alle dilanianti controversie riguardanti soprattutto l'accesso agli ordini sacri e la sessualità umana. Per aderire al patto è necessario che i rappresentanti delle province s'impegnino a non intraprendere iniziative che possano dividere i fedeli.
Non si tratta però ancora di una parola definitiva poiché il documento dovrà essere ratificato entro tre anni dalla prossima riunione del sinodo provinciale. La Comunione anglicana nell'Africa meridionale comprende le diocesi in Angola, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sud Africa, Swaziland e le isole di Sant'Elena e Tristan da Cunha.
A proporre l'adesione all'«Anglican Covenant» è stato in primo luogo l'arcivescovo di Cape Town, Thabo Makgoba, al quale si è poi associato il decano della provincia, il vescovo di Free State, Paddy Glover. Motivando l'adesione all'«Anglican Covenant», Makgoba ha sottolineato come per gli anglicani dell'Africa meridionale sia necessario provare a «svolgere un ruolo di riconciliazione» tra le diverse correnti che animano la Comunione anglicana. Naturalmente, l'«Anglican Covenant» non rappresenta la «garanzia» di una «facile soluzione», ma si tratta comunque di un importante passo in avanti. Pur non trattandosi, infatti, di una dichiarazione completa sulla natura della Comunione anglicana, «The Anglican Covenant» ha cercato di «descrivere la nostra comune identità». Pur essendo stata votata a grande maggioranza, non è mancato chi ha approvato il testo con delle riserve circa l'eccessiva «centralizzazione del potere». Tra questi il reverendo Drake Tshenkeng della diocesi Kimberley e Kuruman. (L’Osservatore Romano)







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