Il Papa all'udienza generale: l'amicizia con Cristo è il segreto della felicità. Invito
a riscoprire il valore del Rosario
Conoscere meglio la Sacra Scrittura e vivere intensamente gli aspetti spirituali della
fede per arrivare all’amicizia con Gesù e quindi alla felicità. L’invito di Benedetto
XVI all’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, presieduta davanti
a circa 30 mila persone, scaturisce dalla catechesi su Santa Gertrude la Grande, monaca
tedesca vissuta nella seconda metà del 1200. E’ stata, ha detto il Papa, una persona
che ha segnato la cultura cristiana con la sua interiorità e la sua statura culturale.
Al termine dell’udienza, il Pontefice ha ricordato la festa della Madonna del Rosario
di domani, invitando a valorizzare questa antica preghiera mariana. Il servizio di
Alessandro De Carolis:
E’ ancora
il monastero di Helfta, nella regione tedesca della Renania, a fornire la scenografia
medievale della catechesi di Benedetto XVI, che mercoledì scorso aveva parlato di
santa Matilde di Hackeborn, una delle monache più importanti del cristianesimo del
1200, e non solo per la Germania. Questa volta, la protagonista è l’allieva, amica
e confidente di Matilde, Gertrude, che verrà canonizzata e passerà alla storia come
la “Grande”. E dove risiedano le peculiarità di tale grandezza lo si comprende dal
ritratto ammirato che il Papa scolpisce di lei sin dalle prime righe della sua catechesi:
“È
una donna eccezionale, dotata di particolari talenti naturali e di straordinari doni
di grazia, di profondissima umiltà e ardente zelo per la salvezza del prossimo, di
intima comunione con Dio nella contemplazione e di prontezza nel soccorrere i bisognosi”.
Gertrude,
dunque, è un autentico ingegno all’interno di un monastero che già di per sé è strutturato
come una fucina di formazione cristiana e culturale d’eccellenza. Ma è soprattutto
la sua brillante inclinazione per gli studi – che svariano dalla letteratura, alla
musica, al canto all’arte della miniatura e nei quali svetta sulle consorelle – a
creare alla giovane religiosa più di qualche problema di coscienza. Comprende, e lo
scrive, di essere stata privilegiata da Dio con questi doni, ma allo stesso tempo
riconosce che senza il suo aiuto “si sarebbe comportata come una pagana”, accecata
quasi dall’amore per il sapere profano. Trascorrono 20 anni finché, racconta Benedetto
XVI, il 27 gennaio 1281 una visione interiore “calma il turbamento che l’angoscia”:
“La
sua biografa indica due direzioni di quella che potremmo definire una sua particolare
‘conversione’: negli studi, con il passaggio radicale dagli studi umanistici profani
a quelli teologici, e nell’osservanza monastica, con il passaggio dalla vita che ella
definisce negligente alla vita di preghiera intensa, mistica, con un eccezionale ardore
missionario”.
La “torre di vanità”, come la chiama, nella quale
fino ad allora è vissuta, crolla. Gertrude scopre il gusto di una più forte intimità
con Cristo, e il suo formidabile ingegno viene applicato allo studio dei testi sacri
che presto la trasformano da “grammatica” in “teologa”. Il resto della sua vita monastica
– morirà all’alba del 1300 – sarà un unico servizio alle verità di fede, divulgate
– osserva Benedetto XVI – “con chiarezza e semplicità, con grazia e persuasività”:
“L’esistenza
di santa Gertrude (…) ci mostra che il centro di una vita felice, di una vita vera,
è l’amicizia con Gesù, il Signore. E questa amicizia si impara nell’amore per la Sacra
Scrittura, nell’amore per la liturgia, nella fede profonda, nell’amore per Maria,
in modo da conoscere sempre più realmente Dio stesso e così la vera felicità, la meta
della nostra vita”.
Nei saluti in nove lingue dopo la catechesi,
il Papa ha ricordato a più riprese la festa della Madonna del Rosario che la Chiesa
celebra domani:
“Ottobre è il mese del Santo Rosario, che ci invita
a valorizzare questa preghiera così cara alla tradizione del popolo cristiano. Invito
voi, cari giovani, a fare del Rosario la vostra preghiera d'ogni giorno. Incoraggio
voi, cari malati, a crescere, grazie alla recita del Rosario, nel fiducioso abbandono
nelle mani di Dio. Esorto voi, cari sposi novelli, a fare del Rosario una costante
contemplazione dei misteri di Cristo”.
Tra i saluti conclusivi,
Benedetto XVI ha rivolto una esortazione ai Missionari Oblati di Maria Immacolata,
riuniti in Capitolo generale, invitandoli a un “rinnovato slancio apostolico”, nel
segno del loro carisma e a “cooperare generosamente nell'opera della nuova evangelizzazione”.
E l’augurio di un “proficuo anno accademico”, il Papa lo ha indirizzato ai sacerdoti,
di provenienza internazionale, iscritti presso il Pontificio Collegio San Paolo Apostolo
e ai seminaristi dei Servi della Carità-Opera Don Guanella.