2010-10-05 15:10:30

Congresso della stampa cattolica nel mondo: rilanciare identità e vitalità nell'apertura al dialogo e al confronto


Prosegue a Roma, organizzato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, il Congresso della stampa cattolica nel mondo, migliaia di testate, dai giornali nazionali, alle riviste diocesane, ai fogli locali nelle parrocchie. Oltre 200 i delegati giornalisti ed esperti di media giunti da ogni continente, chiamati a confrontare esperienze e progetti, e a rilanciare il ruolo dei giornali scritti nell’era digitale. Oggi seconda giornata dei lavori. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3

Rilanciare l’identità e la vitalità dei giornali cattolici, raccogliendo le sfide della globalizzazione informatica. Il dibattito stamane si è articolato intorno all’interrogativo: “In che modo la stampa cattolica sta contribuendo al dibattito pubblico? Alla ‘diaconia della cultura’? Alla vita della Chiesa?”. Gian Maria Vian, direttore de “L’Osservatore Romano”:

R. – I media cattolici devono informare e formare, senza restare chiusi nel proprio ambito, ma mantenendo quella che Guardini chiamava la visione cattolica, cioè un respiro universale in coerenza con la tradizione cristiana, secondo la Chiesa di Roma.

D. – Lei è stato definito un professionista coraggioso alla guida dell’Osservatore Romano, per non avere avuto paura di affrontare anche tematiche controverse. Questo è uno dei temi di questo Convegno...

R. – Sì, per la verità non è stato molto difficile, perché la tradizione del giornale, che sta per compiere 150 anni, è una tradizione altissima, che ha avuto dei momenti addirittura gloriosi. Del resto, la Radio Vaticana condivide questa storia importante. Grazie proprio a questa tradizione abbiamo toccato, stiamo toccando e toccheremo, temi che pensiamo possano interessare non solo i cattolici, non solo i cristiani, non solo i credenti, ma tutti, dando spazio al dibattito e al confronto.

Dal Vaticano alla Thailandia. C’è una stampa di riferimento per la comunità cattolica thailandese? Padre Paradorn Unchatturaporn, già studente di comunicazione alla Pontificia Università Salesiana, oggi al lavoro nella Conferenza episcopale del suo Paese:

R. – Sì, c'è, però ormai in Thailandia sono pochi i cattolici. Quindi, la presenza della stampa cattolica è quella di un aprirsi agli altri. Cerchiamo di allargare il numero dei lettori.

D. – L’ambiente digitale, Internet, vi sta aiutando?

R. – Sì, ci sta aiutando pian piano. Abbiamo dei website, una pagina Facebook (udornsarnfanclub) che si chiama “Piccola comunità" per i lettori della settimana della stampa cattolica.

D. – Quindi, ci sono fedeli thailandesi che possono, attraverso Facebook, partecipare alle iniziative...

R. – Anche loro offrono una testimonianza viva su Facebbok. E, ci sono anche i non cattolici che vengono per partecipare alle attività di questa comunità.

Di certo manca però una mappatura della stampa cattolica nel mondo. Angelo Paoluzi, già direttore di Avvenire e docente di Giornalismo all’Università Lumsa:

R. – Questo Convegno è un’importante presa di coscienza del problema. Si cominciano a tirare le fila dell’esistenza dell’unica Internazionale dei media che esista, che è quella dei media cattolici, che è una rete che non viene sfruttata nel modo adeguato e che merita invece di esserlo, anche perché il suo messaggio è universale. Questo Convegno è un punto di partenza essenziale per sapere chi, dove, come e quanti siamo; chi, dove, come e cosa scriviamo; a chi e dove viene diretto il messaggio.







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