2010-10-02 14:43:02

Le pagine shock del Rapporto Onu sulle stragi nella RD Congo dal 1993 al 2003


E’ stato presentato ieri a Ginevra il Rapporto Onu sui massacri compiuti nella Repubblica Democratica del Congo dalle truppe governative o straniere e dai gruppi ribelli, tra il 1993 e il 2003. Un documento di 500 pagine che descrive oltre 617 gravi violazioni a danno della popolazione civile. L'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni unite, Navi Pillay, ha definito scioccanti i dati emersi: si tratta - ha detto - di un primo passo verso il doloroso ma essenziale processo di denuncia della verità dopo un violento conflitto. Sul piede di guerra alcuni dei Paesi chiamati in causa, tra cui Rwanda e Uganda che parlano di notizie non vere e pericolose. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Massacrati, torturati, stuprati: sono morti così in Congo decine di migliaia di civili i cui corpi dopo numerose indagini, sono emersi dal silenzio delle fosse comuni. L’Onu parla di crimini contro l’umanità perpetrati negli anni 1993-2003 dalle truppe militari, c’è chi l’ha definita la "Guerra mondiale africana" per il numero degli individui coinvolti: di certo il capitolo più tragico della recente storia di questo Paese, troppe volte ignorato. Loretta Bondi, portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i diritti umani:

“L’obiettivo fondamentale del rapporto era spezzare questo clima di impunità e aiutare la Repubblica Democratica del Congo a mettere in atto quei sistemi che riescano a rendere giustizia alle vittime e a identificare chi ha commesso tali violazioni. E’ un clima di impunità che continua a generare un circolo vizioso di attacchi e di contrattacchi in cui poi alla fine è la popolazione civile a soffrire”.

Il Congo plaude ai risultati raggiunti e invoca giustizia per le vittime, ma i governi di Rwanda, Uganda, Burundi e Angola non ci stanno e chiedono alle Nazioni Unite di ritirare il documento che tra le righe li ritiene responsabili di genocidio. Ancora Loretta Bondi:

“Le reazioni del Rwanda sono state immediate quando c’è stata una fuga di notizie che andrà accertata. Noi abbiamo semplicemente evidenziato il fatto - sulla base del mandato di questa indagine - che la natura dei crimini e la loro sistematicità potrebbero ammontare a crimini contro l’umanità, crimini di guerra e perfino genocidio. La documentazione che è fornita dal Rapporto dovrà essere esaminata, se sarà opportuno e necessario, da una Corte competente per stabilire la natura vera e propria dei crimini ma mi preme moltissimo sottolineare che qui il focus non è sul Rwanda, non è su l’Uganda, è sulla Repubblica Democratica del Congo, che ha sofferto questa storia devastante”.

Un Rapporto scioccante sotto tanti aspetti che denuncia tra l’altro l'uso ''sistematico'' dello stupro e di aggressioni sessuali, da parte di tutte le forze combattenti, anche nelle loro forme più brutali ed orrende, tra cui le mutilazioni genitali e il cannibalismo. Vere e proprie campagne del terrore che hanno sterminato intere etnie. Un capitolo a parte è quello che riguarda i bambini, oltre 30 mila quelli reclutati dall’esercito e costretti ad impugnare le armi durante la guerra civile, migliaia i piccoli abusati e privati ogni giorno di tutti i loro diritti.







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