Le pagine shock del Rapporto Onu sulle stragi nella RD Congo dal 1993 al 2003
E’ stato presentato ieri a Ginevra il Rapporto Onu sui massacri compiuti nella Repubblica
Democratica del Congo dalle truppe governative o straniere e dai gruppi ribelli, tra
il 1993 e il 2003. Un documento di 500 pagine che descrive oltre 617 gravi violazioni
a danno della popolazione civile. L'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni
unite, Navi Pillay, ha definito scioccanti i dati emersi: si tratta - ha detto - di
un primo passo verso il doloroso ma essenziale processo di denuncia della verità dopo
un violento conflitto. Sul piede di guerra alcuni dei Paesi chiamati in causa, tra
cui Rwanda e Uganda che parlano di notizie non vere e pericolose. Il servizio di Cecilia
Seppia:
Massacrati,
torturati, stuprati: sono morti così in Congo decine di migliaia di civili i cui corpi
dopo numerose indagini, sono emersi dal silenzio delle fosse comuni. L’Onu parla di
crimini contro l’umanità perpetrati negli anni 1993-2003 dalle truppe militari, c’è
chi l’ha definita la "Guerra mondiale africana" per il numero degli individui coinvolti:
di certo il capitolo più tragico della recente storia di questo Paese, troppe volte
ignorato. Loretta Bondi, portavoce dell'Alto Commissariato Onu
per i diritti umani:
“L’obiettivo fondamentale del rapporto era spezzare
questo clima di impunità e aiutare la Repubblica Democratica del Congo a mettere in
atto quei sistemi che riescano a rendere giustizia alle vittime e a identificare chi
ha commesso tali violazioni. E’ un clima di impunità che continua a generare un circolo
vizioso di attacchi e di contrattacchi in cui poi alla fine è la popolazione civile
a soffrire”.
Il Congo plaude ai risultati raggiunti e invoca giustizia
per le vittime, ma i governi di Rwanda, Uganda, Burundi e Angola non ci stanno e chiedono
alle Nazioni Unite di ritirare il documento che tra le righe li ritiene responsabili
di genocidio. Ancora Loretta Bondi:
“Le reazioni
del Rwanda sono state immediate quando c’è stata una fuga di notizie che andrà accertata.
Noi abbiamo semplicemente evidenziato il fatto - sulla base del mandato di questa
indagine - che la natura dei crimini e la loro sistematicità potrebbero ammontare
a crimini contro l’umanità, crimini di guerra e perfino genocidio. La documentazione
che è fornita dal Rapporto dovrà essere esaminata, se sarà opportuno e necessario,
da una Corte competente per stabilire la natura vera e propria dei crimini ma mi preme
moltissimo sottolineare che qui il focus non è sul Rwanda, non
è su l’Uganda, è sulla Repubblica Democratica del Congo, che ha sofferto questa storia
devastante”.
Un Rapporto scioccante sotto tanti aspetti che denuncia
tra l’altro l'uso ''sistematico'' dello stupro e di aggressioni sessuali, da parte
di tutte le forze combattenti, anche nelle loro forme più brutali ed orrende, tra
cui le mutilazioni genitali e il cannibalismo. Vere e proprie campagne del terrore
che hanno sterminato intere etnie. Un capitolo a parte è quello che riguarda i bambini,
oltre 30 mila quelli reclutati dall’esercito e costretti ad impugnare le armi durante
la guerra civile, migliaia i piccoli abusati e privati ogni giorno di tutti i loro
diritti.