2010-10-01 15:59:58

Dopo la fiducia di Camera e Senato, Berlusconi a colloquio con Napolitano


Archiviata la doppia fiducia di Camera e Senato sul patto programmatico proposto dal premier, Silvio Berlusconi, il governo prova ora ad aprire una stagione riformatrice, secondo le parole del presidente del Consiglio, che questa mattina è salito al Quirinale per un colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Ma il futuro della legislatura resta condizionato dal rapporto con i finiani di Futuro e libertà, ormai decisivi a Montecitorio. Il servizio di Giampiero Guadagni.RealAudioMP3

Il governo va avanti, ma l’incertezza rimane. È questa la sintesi che si può trarre da quanto accaduto nelle ultime 48 ore in parlamento con il dibattito e la fiducia sui cinque punti del nuovo patto di programma. Dopo il voto della Camera, che ha certificato il peso dei finiani, ieri in Senato Berlusconi per la prima volta ha sostanzialmente riconosciuto Futuro e libertà come la terza gamba del centrodestra, dicendosi convinto che questo gruppo saprà essere come sempre costruttivo e leale con il governo. E dai finiani è arrivata una conferma in questo senso. Alla fine, il premier ha potuto dire che la maggioranza ora è numericamente anche più forte di prima e in grado di concludere la legislatura con rinnovato slancio riformista. Una lettura contestata dall’opposizione, che parla di ciclo politico ormai finito. E l’Udc ha seccamente respinto l’appello del premier a condividere una strada comune. Un "no" atteso ma che ha comunque deluso Berlusconi il quale, concludendo il suo intervento a Palazzo Madama, ha sottolineato: "A volte lascerei ad altri il sacrificio del governo". Una frase e un tono dai quali è sembrata trasparire una certa preoccupazione per la tenuta della maggioranza, con la Lega insofferente rispetto alle tensioni degli ultimi tempi e che preme per elezioni anticipate, e con Futuro e libertà che sta per costituirsi in partito e d’ora in poi intende contrattare ogni provvedimento. A partire da quelli che riguardano il sempre spinoso tema della giustizia: il prossimo 14 dicembre, la Consulta si esprimerà sulla costituzionalità del legittimo impedimento. Il Pdl intende allora accelerare sul lodo Alfano costituzionale, che nell’ultima versione prevede lo scudo giudiziario solo per capo dello Stato e Presidente del Consiglio. Ma il contrasto vero, in materia, è destinato a riemergere sul processo breve, avversato dai finiani. Mentre torna in primo piano l’ipotesi di una nuova legge elettorale, sollecitata in particolare dall’Udc di Casini. E su questo tema potrebbe nascere un asse tra la stessa Udc e Futuro e libertà, asse che qualche osservatore considera la prova generale del terzo polo.







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