Mons. Mamberti all’Onu: senza svolta etica in politica ed economia non saranno raggiunti
gli obiettivi del Millennio
Mantenere la pace: questo il mandato principale delle Nazioni Unite, rinnovato ogni
anno attraverso il dialogo tra i rappresentanti degli Stati, convocati ogni anno nel
Palazzo di Vetro dell’Onu. Lo ha sottolineato mons. Dominique Mamberti, segretario
per i Rapporti con gli Stati, nel suo intervento alla 65.ma Assemblea generale, in
corso a New York. Il servizio di Roberta Gisotti.
Dal 1945
capi di Stato e di governo, ministri degli Esteri di tutti i continenti arrivano ogni
anno nel Palazzo delle Nazioni Unite per dibattere insieme – ha ricordato mons. Mamberti
- “le risposte da dare alle grandi questioni relative alla gestione comune degli affari
mondiali, specialmente in materia di pace, di sicurezza collettiva, di disarmo, di
difesa dei diritti dell’uomo, di cooperazione allo sviluppo e di protezione dell’ambiente.”
“Malgrado le imperfezioni delle sue strutture e del suo funzionamento – ha osservato
il rappresentante della Santa Sede – l’Onu ha cercato di trovare soluzioni ai problemi
internazionali di carattere economico, sociale, culturale e umanitario. Talvolta,
il dialogo tra i leader delle Nazioni – ha ammesso il presule - “è stato più che altro,
un confronto di ideologie opposte e di posizioni inconciliabili”; tuttavia le Nazioni
Unite sono divenute un elemento irrinunciabile nella vita dei popoli e nella ricerca
di un avvenire migliore per tutti gli abitanti della Terra”.
Guardando
ai risultati raggiunti nell’ultimo anno, mons. Mamberti ha plaudito anzitutto ai passi
avanti segnati sulla via del disarmo, dal Trattato - di cui la Santa Sede è stata
prima firmataria - che vieta l’uso delle armi a grappolo, in vigore dal primo agosto,
alla conclusione positiva in maggio dell’ottava Conferenza sul Trattato di non proliferazione
delle armi nucleari, alla decisione di convocare per il 2012 una Conferenza per un
Medio Oriente libero dalle armi nucleri e dalle altri armi di distruzione di massa;
ed ancora in luglio la prima sessione del Comitato preparatorio della Conferenza convocata
nel 2012 sul Trattato per il commercio di armi e infine la firma del Trattato “New
Start”, tra Stati Uniti e Russia, per la riduzione ulteriore e limitazione delle armi
strategiche offensive. Ma a fronte di tali progressi – ha deprecato il rappresentante
vaticano – “le spese militari mondiali continuano ad essere eccessivamente ingenti
e perfino ad aumentare.” Resta pure – ha osservato mons. Mamberti - “il problema dell’esercizio
del diritto legittimo degli Stati ad un sviluppo pacifico del nucleare, compatibile
con un controllo internazionale efficace della non proliferazione” atomica. Tra gli
annosi conflitti, mons. Mamberti ha citato quello tra lo Stato di Israele e i Palestinesi,
dove solo “il dialogo sincero, la fiducia e la generosità di saper rinunciare a degli
interessi circoscritti e a breve termine, è la via per una soluzione durevole”, così
pure la comprensione reciproca tra le parti coinvolte “è l’unica via per la riconciliazione”
in Iraq e nel Myanmar, in Pakistan e in altri Paesi asiatici e anche per risolvere
“le difficoltà etniche e culturali in Asia centrale e nella regione del Caucaso e
per sedare tensioni ricorrenti in Africa”. “Nella maggior parte di questi conflitti
– ha affermato mons. Mamberti – entra in gioco un elemento economico”. Per cui “un
miglioramento sostanziale delle condizioni di vita della popolazione palestinese e
degli altri popoli che vivono situazioni di guerra civile e regionale, apporterà certamente
un contributo essenziale perché l’opposizione violenta si trasformi in dialogo sereno
e paziente”.
Rispetto agli obiettivi del Millennio da raggiungere entro
il 2015, questi non saranno raggiunti – ha ammonito il rappresentante vaticano – senza
il rispetto di due grandi imperativi morali. “Da un lato è necessario che i Paesi
ricchi ed emergenti realizzino pienamente i loro impegni d’aiuto allo sviluppo” e
si crei “un ambiente finanziario e commerciale nettamente favorevole ai Paesi più
deboli”; “d’altro lato, tutti, poveri e ricchi, devono assicurare una svolta etica
della politica e dell’economia, che garantisca un buon governo ed elimini ogni forma
di corruzione”.
Mons. Mamberti ha infine raccomandato il rispetto alla
libertà religiosa, “pietra miliare di tutti i diritti umani” e il riferimento costante
in ogni questione alla dignità dell’uomo e della donna, “a cominciare dal diritto
alla vita anche dei più deboli come i malati in fase terminale e i bambini nascenti”.