2010-09-30 14:50:22

Mons. Mamberti all’Onu: senza svolta etica in politica ed economia non saranno raggiunti gli obiettivi del Millennio


Mantenere la pace: questo il mandato principale delle Nazioni Unite, rinnovato ogni anno attraverso il dialogo tra i rappresentanti degli Stati, convocati ogni anno nel Palazzo di Vetro dell’Onu. Lo ha sottolineato mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, nel suo intervento alla 65.ma Assemblea generale, in corso a New York. Il servizio di Roberta Gisotti. RealAudioMP3

Dal 1945 capi di Stato e di governo, ministri degli Esteri di tutti i continenti arrivano ogni anno nel Palazzo delle Nazioni Unite per dibattere insieme – ha ricordato mons. Mamberti - “le risposte da dare alle grandi questioni relative alla gestione comune degli affari mondiali, specialmente in materia di pace, di sicurezza collettiva, di disarmo, di difesa dei diritti dell’uomo, di cooperazione allo sviluppo e di protezione dell’ambiente.” “Malgrado le imperfezioni delle sue strutture e del suo funzionamento – ha osservato il rappresentante della Santa Sede – l’Onu ha cercato di trovare soluzioni ai problemi internazionali di carattere economico, sociale, culturale e umanitario. Talvolta, il dialogo tra i leader delle Nazioni – ha ammesso il presule - “è stato più che altro, un confronto di ideologie opposte e di posizioni inconciliabili”; tuttavia le Nazioni Unite sono divenute un elemento irrinunciabile nella vita dei popoli e nella ricerca di un avvenire migliore per tutti gli abitanti della Terra”.

Guardando ai risultati raggiunti nell’ultimo anno, mons. Mamberti ha plaudito anzitutto ai passi avanti segnati sulla via del disarmo, dal Trattato - di cui la Santa Sede è stata prima firmataria - che vieta l’uso delle armi a grappolo, in vigore dal primo agosto, alla conclusione positiva in maggio dell’ottava Conferenza sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, alla decisione di convocare per il 2012 una Conferenza per un Medio Oriente libero dalle armi nucleri e dalle altri armi di distruzione di massa; ed ancora in luglio la prima sessione del Comitato preparatorio della Conferenza convocata nel 2012 sul Trattato per il commercio di armi e infine la firma del Trattato “New Start”, tra Stati Uniti e Russia, per la riduzione ulteriore e limitazione delle armi strategiche offensive. Ma a fronte di tali progressi – ha deprecato il rappresentante vaticano – “le spese militari mondiali continuano ad essere eccessivamente ingenti e perfino ad aumentare.” Resta pure – ha osservato mons. Mamberti - “il problema dell’esercizio del diritto legittimo degli Stati ad un sviluppo pacifico del nucleare, compatibile con un controllo internazionale efficace della non proliferazione” atomica. Tra gli annosi conflitti, mons. Mamberti ha citato quello tra lo Stato di Israele e i Palestinesi, dove solo “il dialogo sincero, la fiducia e la generosità di saper rinunciare a degli interessi circoscritti e a breve termine, è la via per una soluzione durevole”, così pure la comprensione reciproca tra le parti coinvolte “è l’unica via per la riconciliazione” in Iraq e nel Myanmar, in Pakistan e in altri Paesi asiatici e anche per risolvere “le difficoltà etniche e culturali in Asia centrale e nella regione del Caucaso e per sedare tensioni ricorrenti in Africa”. “Nella maggior parte di questi conflitti – ha affermato mons. Mamberti – entra in gioco un elemento economico”. Per cui “un miglioramento sostanziale delle condizioni di vita della popolazione palestinese e degli altri popoli che vivono situazioni di guerra civile e regionale, apporterà certamente un contributo essenziale perché l’opposizione violenta si trasformi in dialogo sereno e paziente”.

Rispetto agli obiettivi del Millennio da raggiungere entro il 2015, questi non saranno raggiunti – ha ammonito il rappresentante vaticano – senza il rispetto di due grandi imperativi morali. “Da un lato è necessario che i Paesi ricchi ed emergenti realizzino pienamente i loro impegni d’aiuto allo sviluppo” e si crei “un ambiente finanziario e commerciale nettamente favorevole ai Paesi più deboli”; “d’altro lato, tutti, poveri e ricchi, devono assicurare una svolta etica della politica e dell’economia, che garantisca un buon governo ed elimini ogni forma di corruzione”.

Mons. Mamberti ha infine raccomandato il rispetto alla libertà religiosa, “pietra miliare di tutti i diritti umani” e il riferimento costante in ogni questione alla dignità dell’uomo e della donna, “a cominciare dal diritto alla vita anche dei più deboli come i malati in fase terminale e i bambini nascenti”.







All the contents on this site are copyrighted ©.