Libano: preoccupazione dei vescovi maroniti per la crescente tensione politica
Il patriarcato maronita del Libano esprime grande preoccupazione per il clima crescente
tensione che si respira fra la maggioranza politica al governo ed Hezbollah in vista
del verdetto tribunale dell’Onu sull’omicidio dell’ex presidente libanese Rafic Hariri.
Nel comunicato finale della riunione mensile dell’assemblea dei vescovi maroniti,
radunati sotto la presidenza del cardinale Nasrallah Sfeir, i presuli si dichiarano
“allarmati oltre ogni misura per la tensione crescente fra le diverse fazioni del
Paese, che minaccia di trasformarsi in guerra di quartiere”. La parole dei vescovi,
riprese da AsiaNews, sono state pronunciate alla luce dell’acuirsi dello scontro tra
il primo ministro Saad Hariri e gli Hezbollah che, solo due giorni fa, si sono detti
contrari al finanziamento libanese del tribunale dell’Onu che ha il compito dell’inchiesta
sull’assassinio di Rafic Hariri, a cui Beirut partecipa per il 49% delle spese. Posizione
che contraddice in modo diretto quella del premier, che ieri ha affermato quanto sia
importante “non dimenticare il sangue del martire Rafic Hariri”. Gli Hezbollah accusano
inoltre il tribunale speciale per il Libano (Tsl) di essere “al soldo di Israele”
e temono che l’organismo delle Nazioni Unite li accusi di essere implicati nell’assassinio,
un’eventualità che non è mai stata né detta, né confermata dal tribunale, che ha la
base all’Aja, nei Paesi Bassi. Questa possibilità fa temere il peggio. Il deputato
maronita Sleiman Frangieh, amico personale del presidente siriano Bachar el-Assad,
giorni fa ha messo in guardia che un atto di accusa verso gli Hezbollah significherebbe
una guerra fra sunniti e sciiti in Libano. Da parte sua, Walid Mouallem, ministro
siriano degli esteri, in un’intervista al Wall Street Journal ha dichiarato: “Siamo
convinti che una condanna degli Hezbollah da parte del Tsl sarà un fattore di problemi
in Libano”. La tensione va crescendo proprio mentre la maggior parte dei vescovi cattolici
del Paese si preparano a recarsi a Roma per partecipare ai lavori del Sinodo delle
Chiese del medio oriente, che si tiene in Vaticano dal 10 al 24 ottobre. (M.G.)