India: sarà diviso in più settori il sito religioso di “Ayodhya” conteso da indù e
musulmani
Il sito religioso di Ayodhya, nel nord dell’India, conteso fra indù e musulmani, sarà
diviso in parti uguali. Lo ha deciso il tribunale dell’Uttar Pradesh. In base alla
sentenza il terreno, sacro per le due religioni sarà ripartito in lotti per permettere
alla comunità induista di costruirvi un tempio e a quella islamica di ricostruire
la moschea di Babri Masjid, distrutta dagli estremisti indù nel 1992. Diversi i gruppi
indù e musulmani che hanno preannunciato ricorso alla Corte suprema, mentre il premier
Singh ha invocato la calma. Da Nuova Delhi, Maria Grazia Coggiola
Sul
sito di Ayodhya, Emer McCarthy, della nostra redazione in lingua inglese, ha
intervistato mons. Felix Machado, vescovo della regione di Vasai:
R. – “Ayodhya”
vuol dire “città della non violenza”, zona di pace. A chi appartiene questo luogo?
Agli indù? Ai musulmani? E’ una cosa veramente creata dai politici. Per la gente semplice,
in questo luogo c’è sempre stata pace e armonia. Ci sono, però, alcuni politici che
vivono sempre sulla violenza: più c’è violenza e meglio è per loro. Questa, purtroppo,
è la filosofia di queste persone. Direi che questa sentenza non creerà, in realtà,
alcuna violenza, in India, tranne – forse – in alcune zone sensibili a queste questioni,
dove c’è odio seminato dalle due parti: da alcuni musulmani contro gli indù e da alcuni
indù contro i musulmani.
D. – Come si stanno comportando le autorità
indiane di fronte a questa situazione?
R. – Devi dire che, grazie a
Dio, il governo e anche l’opposizione hanno chiaramente chiamato la gente ad accettare
qualsiasi decisione della corte e a non istigare alla violenza in India. Questa è
una buona notizia. Mantenere la pace e l’armonia è necessario, come dice anche l’insegnamento
della Chiesa cattolica: la guerra e la violenza non portano vantaggio a nessuno, sono
sempre contro tutti, contro la vita. Ed è per questo speriamo e preghiamo che non
ci sia nessuna violenza e che non ci sia linguaggio di odio …