2010-09-30 14:38:40

Il Papa in Sicilia. L'arcivescovo di Caltanissetta: la Chiesa, unico punto di riferimento per i giovani


La Sicilia attende con gioia la visita del Papa, domenica prossima a Palermo. E' quanto sottolineato, stamani, in una conferenza stampa per l'evento nel capoluogo siciliano a cui ha partecipato anche l'arcivescovo di Palermo, mons. Paolo Romeo. Il presule ha espresso l'auspicio che la visita papale sia un'occasione di stimolo morale e di fede per la società siciliana. Tra le iniziative in occasione della visita anche un raduno ecclesiale regionale delle famiglie e dei giovani, in programma a Capaci sul tema “Lo sguardo del coraggio, per un’educazione alla speranza”. La due giorni di lavori, al via domani, avrà il suo culmine nell’incontro con il Papa, domenica prossima, in Piazza Politeama. Un appuntamento importante, che metterà in luce sfide e problemi dei giovani siciliani. Sulle aspettative dei giovani per la visita del Papa, il nostro inviato a Palermo, Salvatore Sabatino ha intervistato con mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta e delegato della pastorale per la Famiglia e per i Giovani: RealAudioMP3

R. - Noi ci stiamo preparando già da tanto tempo a questo primo convegno delle Chiese di Sicilia che vede insieme i giovani e le famiglie che porteranno, appunto, le loro riflessioni anche al Papa. I giovani si aspettano, innanzitutto, la conferma nella fede, nella loro domanda di ricerca, di significato della vita. Chiedono di non sentirsi più soli dinanzi alle sfide della vita e, quindi, i giovani vogliono ritrovare anche la fiducia nella Chiesa e penso che questo convegno e questa visita del Santo Padre in Sicilia sia un attestato di vicinanza di prossimità ma anche una linea guida perché i giovani non perdano la fiducia nella vita e ritrovino il coraggio della speranza come dice lo slogan del nostro convegno.

D. - Mons. Russotto, lei più volte ha sostenuto che i giovani in generale ma in particolare quelli siciliani corrono il rischio di accontentarsi e di accantonare le proprie aspirazioni. Cosa fare per evitare questo pericolo?

R. - Bisogna intanto alimentare in loro il desiderio di futuro. Poi, bisogna anche educare i nostri giovani a sapere inventare lavoro, a non accontentarsi di fare i portaborse di questo o di quel politico, a non cercare il posto di lavoro dietro una scrivania. Devono smarcarsi da ogni tipo di compromesso assistenzialista e clientelare. Devono riuscire loro a edificare una civiltà dell’amore, una nuova società libera, una società fondata sulla fede, una società fondata sulla solidarietà.

D. - Su una cosa non ci sono dubbi, i giovani sono il futuro del mondo. Non crede che la Sicilia abbia, purtroppo, puntato troppo poco sul proprio futuro?

R. - Sì, io penso di sì. Abbiamo soltanto, tante volte, rappezzato il presente. I giovani di Sicilia hanno davvero tanta voglia di scommettersi su un futuro possibile e questo convegno lo testimonia e la vicinanza del Santo Padre conferma questa loro ricerca e questo loro desiderio.

D. - Le difficoltà da affrontare anche lei per i giovani siciliani sono davvero tante. Cosa rappresenta per loro la Chiesa oggi?

R. - Intanto, è l’unica ancora di salvezza per i nostri giovani ed è l’unica vera realtà che si occupa dei giovani perché tanti sfruttano i giovani. Anche la nostra società consumistica, anche le istituzioni spesso parlano dei giovani senza mai parlare con i giovani, senza mai lasciar parlare i giovani.

D. - I giovani in questo incontro con il Papa racconteranno anche le loro storie, le loro difficoltà ma secondo lei che cosa lascerà come eredità questa visita?

R. - Penso che il fatto che il Successore di Pietro venga nella nostra isola bella, seppur drammatica, sia un fatto straordinario, sia davvero un annullare completamente le distanze fra il vertice e la base e questo i giovani lo percepiscono. Dall’altra parte, quello che resterà nel loro cuore è l’attenzione del Vicario di Cristo nei confronti dei giovani: sanno di non essere soli.







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