Convegno dei cappellani militari ad Assisi. Mons. Pelvi: promuovere la preghiera tra
i soldati
I sacerdoti sono chiamati a farsi educatori di preghiera: è l’invito rivolto stamani
dall’arcivescovo Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia a conclusione
del Convegno dei cappellani militari ad Assisi. “Annuncio del Vangelo e preghiera”
il tema dell’incontro che ha visto riunirsi per quattro giorni duecento sacerdoti,
in servizio o in congedo. Stamani la Messa conclusiva presieduta dall’arcivescovo
Manuel Monteiro de Castro, segretario della Congregazione per i Vescovi. Sul messaggio
del Convegno, Debora Donnini ha intervistato lo stesso ordinario militare,
mons. Pelvi:
R. – Ci
si chiede, oggi, quale sia il servizio dei cappellani militari alla famiglia militare.
Pregare è il primo servizio da rendere alla comunità militare. So che tante cose ci
premono, però Dio è la prima priorità e il pastore precede, nella sua ricerca di trascendenza,
i suoi fedeli. E allora, l’obiettivo e anche l’auspicio del nostro Convegno è di riservare
il tempo necessario perché chi è vicino a Dio si avvicina anche agli uomini.
D.
– Molto impegnative sono le missioni dei cappellani militari, specialmente in Paesi
come l’Afghanistan …
R. – Le missioni internazionali, le missioni di
sicurezza, sono possibilità offerte ai nostri militari, ai nostri cappellani per essere
al servizio di comunità in difficoltà.
D. – Voi avete ricordato anche
i militari caduti nelle diverse missioni …
R. – Direi che, in questi
giorni, la preghiera è stata offerta al Signore anche per i nostri militari che hanno
donato la vita al servizio del bene e della famiglia umana. Abbiamo pregato per le
famiglie dei nostri militari che sono caduti nel servizio e la preghiera è, per queste
famiglie, la sorgente di una speranza. E le nostre famiglie, con l’intercessione celeste
dei militari defunti, riescono a guardare all’umanità offrendo la loro sofferenza
per la scomparsa di una persona cara, di un figlio, di un marito, di un papà. Il Signore
ci dia la gioia, la forza di guardare avanti perché tutto viene da Lui.