2010-09-30 14:34:32

Congo: il parroco di Mbau minacciato di morte e rapinato da due banditi


Padre Augustin Mbusa, assunzionista, parroco di Mbau, nel territorio di Beni, nel nord Kivu, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, è stato minacciato di morte e rapinato da alcuni uomini che indossavano l’uniforme dell’esercito congolese (Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo- Fardc). Secondo quanto riporta il giornale Beni-Lubero Online ripreso dall'agenzia Fides, ieri sera, mentre il parroco stava chiudendo le porte della parrocchia, un uomo in uniforme militare lo ha afferrato e gli ha puntato un’arma alla testa. Subito dopo è apparso un complice in abiti civili. I due uomini, dopo aver minacciato di morte padre Augustin, gli hanno chiesto del denaro. Il sacerdote è stato costretto a consegnare il contante che era nelle sue disponibilità. Nel frattempo l’arrivo di alcuni giovani ha convinto i banditi a darsi alla fuga. L’episodio è solo uno dei tanti atti di violenza e di banditismo che colpiscono la regione. “Il settore di Mbau - scrive Beni-Lubero Online - è tra quelli più colpiti del territorio di Beni dalle violenze delle Fardc e di quelli che si chiamano i ribelli ugandesi Adf-Nalu, che affrontano la popolazione civile” Nel caso dei soldati regolari questo è dovuto al fatto che la truppa non riceve la propria paga. “Intervistati, alcuni soldati delle Fardc accusano Kinshasa (capitale del Paese) e Goma (capoluogo del Nord-Kivu) di stornare le loro paghe e di non equipaggiarli come si deve per condurre l’operazione Ruwenzori. Così, affamati, i militari usano le armi come mezzo di sopravvivenza” scrive il giornale locale. L’operazione Ruwenzori è stata avviata in estate dalle Fardc contro i ribelli ugandesi Adf (Allied Democratic Forces)-Nalu. L’azione militare è stata criticata dalle organizzazioni umanitarie locali e dai rappresentanti della società civile per le sue conseguenze sulla popolazione locale. Secondo Radio Okapi (finanziata anche dall’Onu), a luglio, più di 30mila persone erano dovute fuggire dall’area dove erano in corso le operazioni militari. Anche i missionari che operano nella regione hanno più volte denunciato questa situazione. (R.P.)







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