La visita di Benedetto XVI a Palermo: l'attesa della città
Fervono gli ultimi preparativi per la visita di Benedetto XVI a Palermo, domenica
prossima: un evento che rappresenta un segnale di speranza per la città, che attraversa
un momento particolarmente difficile, sia dal punto di vista sociale che culturale.
Ma come vive il capoluogo siciliano l’arrivo del Pontefice? Il nostro inviato, Salvatore
Sabatino ne ha parlato con Giuseppe Savagnone, direttore della Pastorale
per la Cultura della diocesi di Palermo:
R. – Credo
che proprio in questo momento la Sicilia, e Palermo in particolare, vivano un momento
di profondo disagio, che attende fortemente una voce significativa. Sono venuti meno
tanti punti di riferimento, già deboli, del passato, e direi che la voce della Chiesa
rimane una delle poche veramente autorevoli. La venuta del Papa, in questo momento,
risponde ad un generico, ma vastissimo e fortissimo, bisogno di sentire cose vere,
serie che aiutino la regione a risollevarsi.
D. – Lei ha scritto che
Benedetto XVI viene a ricordare che la Chiesa, sull’esempio di padre Puglisi, intende
battersi al fianco dei siciliani contro i mali che covano nella loro vita sociale
e civile...
R. – Io credo che sia molto importante che si sottolinei
che la Chiesa lancia un messaggio, che di per sé è rivolto alle coscienze per il loro
rapporto con Dio, ma che ha una ricaduta enorme sui rapporti con gli uomini e che
quindi trasforma tutta la società. Da questo punto di vista, proprio uno dei messaggi
fondamentali che credo la Sicilia oggi si aspetti di ricevere sia sul rinnovamento
del tessuto sociale, di cui i mali, legati anche alla criminalità organizzata, sono
un cancro assolutamente ancora presente e fortissimo. Ci aspettiamo una voce che ci
dia di nuovo il coraggio e la speranza di liberarci da questi mali relazionali, che
riguardano il tessuto sociale.
D. – Questa visita riaccende i riflettori
dell’opinione pubblica anche sulla questione meridionale, di cui pochissimo si parla
in questi ultimi tempi. In che modo, professore?
R. – Io credo che la
venuta del Papa possa veramente collegarsi a tutto un malessere generale, che per
ora il Sud vive nella percezione che il problema meridionale, la questione meridionale,
è stata da troppo tempo zittita, in nome di una questione settentrionale che ha finito
con il sembrare l’unica questione vera, cioè la questione delle esigenze del Nord
e così via. Il Sud si è trovato veramente abbandonato e tartassato e ha bisogno –
ed ecco che la voce della Chiesa è già risuonata nel documento della Cei per un Paese
solidale – che la Chiesa sottolinei che il Sud ha delle esigenze che non sono frutto
soltanto di volontà di rapina, di volontà di fannulloneria o cose del genere.