2010-09-28 15:15:12

Violenza psicologica più che fisica: quando il "bullo" è una ragazza. Intervista con Paola Tabarini


Non tanto sul corpo, ma sulla mente. In estrema sintesi, potrebbe essere descritto così il fenomeno, purtroppo oggi più emergente, del cosiddetto “bullismo rosa”: ovvero di quella serie di comportamenti aggressivi che vedono protagoniste ragazze specie in età adolescenziale. In questo caso, spiegano gli esperti, data la maggiore maturità emotiva femminile a quell’età rispetto ai maschi, le ragazze sarebbero più consapevoli delle fragilità psichiche sulle quali fare perno per le loro intimidazioni. Eliana Astorri ne ha parlato con la dott.ssa Paola Tabarini, dell’Unità operativa di Psichiatria pediatrica all’Ospedale Bambin Gesù di Roma:RealAudioMP3

R. - Prima di tutto dobbiamo un po’ definire la differenza tra bullo e bullismo, nel senso che il bullo è una persona e il bullismo è un fenomeno. Probabilmente, c’è un disagio dei ragazzi e dei preadolescenti - dai 7 ai 10 anni - e poi degli adolescenti. E’ un fenomeno che riguarda il gruppo. Questa è una differenziazione importante, non è solamente il ragazzo che si mette in mostra e che comunque deve avere il predominio sugli altri, ma è un fenomeno che riguarda il gruppo. C’è un leader e ci sono degli altri ragazzi che, comunque, devono in qualche modo aiutare nell’azione questo ragazzo. Alla base, ovviamente, c’è un disagio dei nostri ragazzi e, credo, una difficoltà anche degli adulti a prestare attenzione ai ragazzi stessi e ai fenomeni che avvengono nel gruppo. Poi, c’è una differenza fra bullismo maschile e femminile, perché c’è anche il bullismo “rosa”, cioè quello che riguarda le ragazzine piuttosto che i maschi.

D. - Perché è in aumento...

R. - Questo sembrerebbe: non è che è tanto un fenomeno in aumento quanto è in aumento, forse, la visibilità al femminile. Si tratta di ragazze che alimentano pratiche di bullismo, manifestandolo attraverso un canale che non coinvolge il corpo - anche se non è infrequente che ci sia qualcosa che riguarda anche il corpo nelle ragazze: è un po’ un andare verso il maschile come succede anche in altri campi - ma riguarda più l’aria psicologica. Diciamo che le ragazzine sono più mature, quindi conoscono maggiormente i meccanismi psichici, quindi la loro vessazione è più sul versante psicologico: prendere in giro, lasciare fuori dal gruppo, qualcosa che è anche più subdolo, più difficile da vedere e da individuare da parte degli insegnanti e degli adulti.

D. - Quindi, possiamo dire che il bullismo al femminile non è un fenomeno in espansione, ma è solo che ci si rende conto di più del fenomeno...

R. - Ci si rende conto di più che esiste, che anche le ragazze fanno vedere la loro forza: è quasi un’equiparazione al maschile, un’evoluzione delle ragazze, per cui in qualche modo si attesta una loro visibilità attraverso questo fenomeno, più sottile da individuare. Il ragazzino che prende in giro l’altro o che comunque gli dà una spinta si vede immediatamente; per quanto riguarda il femminile è un po’ più nascosto.(Montaggio a cura di Maria Brigini)







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