Il cardinale Bagnasco: i politici pensino al bene comune, evitando le discordie
personali
I vescovi sono angustiati per l’Italia, per le discordie personali che hanno assunto
una dimensione pubblica. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza
episcopale italiana, nella prolusione per il Consiglio permanente, ieri ha affermato
che la nazione è “generosa e impegnata”, ma “non riesce ad amarsi compiutamente, facendo
fruttare al meglio sforzi e ingegno”. Un richiamo poi all’unità della nazione in vista
del federalismo e alla solidarietà delle fasce più ricche verso quelle più povere.
Il servizio di Alessandro Guarasci:
Nelle parole
del cardinale Bagnasco si legge la preoccupazione per il momento che l’Italia sta
vivendo. Un Paese in cui di recente “alla necessaria dialettica si sostituisce la
polemica inconcludente”, dice il cardinale. Basta, quindi, ai personalismi:
“Anche
a noi è capitato di vivere, nell’ultimo periodo, momenti di grande sconcerto e di
acuta pena per discordie personali che, diventando presto pubbliche, sono andate assumendo
il contorno di conflitti apparentemente insanabili. E questi sono diventati a loro
volta pretesto per bloccare i pensieri di un’intera Nazione, quasi non ci fossero
altre preoccupazioni e altri affanni”.
Il presidente della Cei parla
di “drammatizzazione mediatica”, di “disconoscimento reciproco”, di “denigrazione
vicendevole”, di “divisione astiosa” che agli osservatori appare l’anticamera dell’implosione.
Per il cardinale serve quindi una leva di italiani e di cattolici che aderiscano “al
bene comune”, che sentano la cosa pubblica come fattore importante e decisivo. Ma
poi si chiede dove siano i cattolici, come si pongano. Ed ancora: dove sono le riforme
delle quali si parla da tanti anni? Quando si arriverà al confronto serio e decisivo,
quello che non è perdita di tempo, ma ricerca della mediazione più alta possibile?
Tra le riforme vi è il federalismo che però deve sottostare a precise condizioni:
“La
riforma non deraglierà se potrà incardinarsi in un forte senso di unità e indivisibilità
della Nazione: il tricolore è ben radicato nel cuore del nostro popolo”.
Insomma,
al federalismo va coniugata la sussidiarietà. Inoltre, difesa della famiglia per aiutare
la natalità, e no a modelli ad essa alternativi. Difesa della vita, dal concepimento
alla fine naturale. E in vista delle Settimane Sociali dei Cattolici, a Reggio Calabria
dal 14 al 17 ottobre, il cardinale afferma che “le comunità di Calabria, come di tutto
il Meridione, devono sentirsi sostenute dalla solidarietà e dall’ammirazione delle
Chiese sorelle, impegnate a loro volta nel far fronte ad una propagazione del fenomeno
malavitoso della quale non è più lecito ormai dubitare”. Per uscire dalla crisi, poi,
i vescovi chiedono maggiore solidarietà tra le varie fasce di popolazione, e ne consegue
che non siano ritirati dallo Stato gli ammortizzatori sociali messi in campo.
Un
pensiero infine ai tanti cristiani morti di recente: è il caso di mons. Padovese.
Ma il martirio ha riguardato anche gli otto medici occidentali caduti in un’imboscata
talebana in Afghanistan, accusati di proselitismo solo perché avevano la Bibbia. A
volte, infatti, l’intolleranza religiosa assume la forma della cristianofobia.