Memoria di San Vincenzo de' Paoli: Dio ama quelli che amano i poveri
La Chiesa celebra, dunque, la memoria di San Vincenzo de’ Paoli, di cui ricorre oggi
il 350.mo anniversario della morte: fondatore della Congregazione della Missione e
delle Figlie della Carità, San Vincenzo de’ Paoli è patrono di tutte le associazioni
di carità. Sergio Centofanti ci traccia un profilo del santo.
Nato nel
1581 in Francia da una povera famiglia di contadini, San Vincenzo de’ Paoli fino a
15 anni lavora nei campi e bada ai porci. La miseria gli fa desiderare sopra ogni
cosa soldi e carriera: si fa sacerdote sperando di avere vantaggi economici. Nel 1605
durante un viaggio in mare, la sua nave viene attaccata dai pirati turchi: fatto schiavo,
riconquista la libertà dopo due anni. Tornato in Francia, diventa parroco alla periferia
di Parigi. Qui inizia la sua conversione: a toccargli il cuore è la profonda vita
di preghiera di alcuni laici e la loro solidarietà con la massa dei poveri. Capisce
che Gesù assume il volto di chi soffre. Lascia ogni desiderio di carriera e si mette
a raccogliere denaro per chi manca di tutto. I suoi appelli dicono così: “Amiamo Dio,
fratelli miei, ma amiamolo a nostre spese!”. Il suo carisma è quello di organizzare
la carità senza farle perdere slancio e creatività: “l’amore – afferma – è inventivo
all’infinito!”. La regina di Francia gli concede l’incarico di ministro della Carità.
Cerca di eliminare l’accattonaggio avviando al lavoro i mendicanti. “Dio ama i poveri
– ricorda San Vincenzo - e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri. Così abbiamo
ragione di sperare che, per amore di essi, Dio amerà anche noi … Quando andiamo a
visitarli, cerchiamo di capirli per soffrire con loro. Sforziamoci di diventare sensibili
alle sofferenze e alle miserie del prossimo. Preghiamo Dio … che ci doni lo spirito
di misericordia e di amore”. Amore e preghiera per lui sono un tutt’uno: “Se lasciate
la preghiera per assistere un povero – sottolinea - sappiate che far questo è servire
Dio. La carità è superiore a tutte le regole, e tutto deve riferirsi ad essa”. Ai
suoi figli spirituali indica cinque atteggiamenti per seguire la strada dell’amore:
fare tutto in semplicità, essere umili e miti, praticare la mortificazione e avere
un cuore che arda dal desiderio di essere strumento di salvezza delle anime. San Vincenzo
de’ Paoli muore nel 1660, quasi ottantenne. In una lettera aveva scritto: “Tutti quelli
che ameranno i poveri in vita non avranno alcun timore della morte. Serviamo dunque
con rinnovato amore i poveri e cerchiamo i più abbandonati. Essi sono i nostri signori
e padroni”.