Burundi: ritrovati cadaveri mutilati. La Chiesa lancia l'allarme
“È una situazione preoccupante che rischia di riportarci agli anni bui della guerra
civile” dice all'agenzia Fides una fonte della Chiesa da Bujumbura, capitale del Burundi,
che per motivi di sicurezza desidera non essere citata. Una serie di omicidi in alcune
aree del Paese sta suscitando sgomento tra la popolazione. Nelle ultime settimane
sono stati ritrovati i corpi mutilati di decine di persone lungo il fiume Rusizi,
nell’ovest del Paese. L’area era il feudo delle Forze Nazionali di Liberazione (Fnl),
l’ultimo gruppo di guerriglia a firmare un accordo di pace con lo Stato nel 2005.
“Il governo afferma che questi atti violenti sono perpetrati da banditi, anche perché
gli omicidi sono accompagnati da furti di bestiame e distruzione di raccolti, ma la
popolazione sa che è un gruppo di ribelli ad agire in questo modo”dice la nostra fonte.
Tra maggio e luglio in Burundi si sono tenute le elezioni locali, presidenziali e
legislative, contrassegnate da attentati e dal boicottaggio di una decina di partiti
dell’opposizione, che accusavano il partito del Presidente Pierre Nkurunziza, di brogli
nelle elezioni comunali del 24 maggio. Nkurunziza è stato rieletto Capo dello Stato
nelle elezioni del 28 giugno. “Temo che l’esclusione dalla normale competizione elettorale
di diversi partiti abbia spinto la parte più radicale dell’opposizione a ricorrere
alla violenza. I vescovi dopo le elezioni avevano dichiarato che per quanto loro erano
riusciti a costatare, grazie agli osservatori elettorali della Chiesa, le elezioni
erano state regolari; ma hanno invitato la maggioranza a cercare il dialogo con l’opposizione
che aveva boicottato il voto” ricorda la fonte Fides. Agathon Rwasa, ex capo delle
Fnl, ha rivolto un appello al Segretario generale dell’Onu ad intervenire per evitare
che il Burundi sprofondi di nuovo nella guerra civile. Nel frattempo nell’est
del Paese una serie di incendi minaccia l’ecosistema. A Cankuzo e nel parco di Ruvuvu
il fuoco ha distrutto colline intere. Gli incendi sono provocati dalla forte siccità
ma soprattutto dall’imperizia dell’uomo. “Sono gli allevatori, che alla ricerca di
nuovi pascoli bruciano la foresta, perché poi l’erba ricresce in poco tempo” dice
la fonte di Fides. Gli allevatori sono incentivati ad agire in questo modo anche per
il fatto che l’esercito ha chiuso alcune aree tradizionali di pascolo, perché utilizzate
in esercitazioni militari per le truppe da inviare in missioni di peacekeeping all’estero.
(R.P.)