2010-09-25 14:21:42

Inception: fantascienza e thriller nell'ultimo film di Christopher Nolan


Christopher Nolan ha vinto una sfida importante: uscito con clamore negli Stati Uniti, Inception, il suo ultimo film, un azzardo visionario e complesso che congiunge la fantascienza al thriller, ha incassato oltre 750 milioni di dollari. Ieri è uscito sugli schermi italiani, con l’incognita del pubblico, che può amare o odiare una storia faticosa e affascinante, in cui il protagonista entra nei sogni altrui per rubare segreti o innestare idee. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

(musica)

I sogni non son più desideri che diventano realtà, è passato il tempo di Cenerentola. Le musiche sono i frastornanti e cupi accordi dei fiati di Hans Zimmer, non le dolci liriche di un cartone animato. Le notti sono diventate ingannevoli e, come scrive Tibullo, i sogni si prendono gioco di noi. Poco probabile che Christopher Nolan si sia ricordato, nella faticosa e testarda gestazione di Inception, durata ben dieci anni – nel mezzo il grande successo di Batman – del personaggio di Disney o del poeta latino. Ma nel suo dormiveglia è certo che abbia lentamente preso forma la sua ossessiva idea, diventata poi uno dei film più ingannevoli e complessi della storia, a dir poco faticoso, anche se di forza attrattiva inossidabile nella sua durata d’oltre due ore. Si immagina che il ladro di idee e segreti, Leonardo Di Caprio, con semplici fili elettrici e qualche droga, riesca a insinuarsi, insieme a un affiatato gruppo di compari dottissimi di scienza e di tecnica, tra le pieghe del nostro notturno subconscio, per rubare segreti o per iniettare idee. Così, l’unica parte rimasta davvero privata, intangibile e ben difesa, della nostra vita oggi esposta a ogni tipo di palcoscenico mediatico e svilita nelle più diverse forme di visibilità, soccombe e cede, lasciandosi penetrare da ingannatori fraudolenti. Nel mondo futuribile di Nolan, in cui i piani, come nei sogni, si moltiplicano, concedendo ai naviganti del subconscio la possibilità di penetrare a più livelli onirici per completare il loro nuovo “viaggio allucinante”, facendo perdere al pubblico le poche logiche narrative rimaste, tutto cambia, si sfalda, si ricostruisce, città e natura, interni e gravità, governato dall’architettura libera dell’immagine che soltanto il sogno crea, e in modalità illimitata. Non mancano inseguimenti e sparatorie, perché questo rimane pur sempre un audace thriller fantascientifico, dove tempi diversi da sogno a sogno – un secondo che diventa un minuto – concedono diverse consistenze temporali all’azione. E poi vicende private che entrano nell’inconscio – la storia d’amore pregressa e tragica del protagonista - e l’esplodere di nuove regole di comportamento, imprevedibili. Vale la pena, con Nolan regista così insidioso, lasciarsi andare al fascino delle emozioni visive, capire poco delle reali intenzioni dei personaggi e delle loro mete, riflettere sul fatto che il furto industriale del futuro si è spostato dalle banche alle menti degli oligarchi, e temere se sarà davvero così. Nel frattempo, si avrà qualche fremito al canto della prossima ninna nanna, quando, dopo aver chiuso gli occhi, tutto può succedere.







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