Disarmo nucleare e Sud Sudan in discussione all'Onu
Al Palazzo di Vetro dell’Onu, a New York, continuano i lavori della 65.ma Assemblea
Generale e gli incontri a margine. Ieri, sono stati affrontati due importanti temi:
il disarmo nucleare ed il referendum sull’autodeterminazione del Sud Sudan previsto
per gennaio 2011. Tra gli interventi anche quello del presidente Usa, Barack Obama.
Da New York, Elena Molinari:
Il disarmo
atomico non ha fatto abbastanza progressi: è la conclusione cui sono giunti ieri il
segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon e molti leader di Paesi occidentali, al
termine di una riunione a margine dell’assemblea generale. "Tutti noi crediamo che
la macchina del disarmo dovrebbe fare di più e più alla sveltà", ha dichiarato Obama
e poi, a soli due giorni dal summit contro la povertà, ha sottolineato la sproporzione
tra quanto viene speso per le armi e per lo sviluppo. Più tardi, durante un vertice
di alto livello sul Sudan, il segretario generale ha ammonito che il referendum del
9 gennaio sulla secessione del Sud del Paese deve avvenire 'senza intimidazioni'.
Barack Obama, che con la sua partecipazione al vertice ha mandato un forte segnale
al Sudan, ha detto poi che il voto deve avvenire in 'modo pacifico e alla data annunciata,
perché sono in gioco le sorti di milioni di persone'. Durante l’incontro è stato anche
approvato un documento che impegna le due parti a fare tutti gli sforzi possibili
per assicurare un referendum pacifico, credibile, puntuale e libero e che rifletta
la volontà popolare.
Attesa per l’incontro a New York tra Hillary Clinton
e Abu Mazen Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, incontrerà nelle
prossime ore a New York il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen. Al centro
dei colloqui la questione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Da parte
israeliana si è parlato ieri di un possibile prolungamento della sospensione di nuove
colonie e di un possibile “compromesso” ma oggi il ministro israeliano dell'Ambiente
Gilad Erdan, un esponente della corrente nazionalista del Likud, in una intervista
a radio Gerusalemme, ha detto che si concluderà domani la moratoria di dieci mesi
nei progetti edili delle colonie in Cisgiordania escludendo prolungamenti. Da parte
loro, membri della delegazione palestinese presenti a New York hanno ribadito “l'assoluto
rifiuto” di Abbas a una soluzione basata su un compromesso sugli insediamenti israeliani.
Nuovo
attacco talebano alle truppe Nato in Afghanistan Non si placano le violenze
in Afghanistan: nella giornata di ieri uno scontro tra truppe dell’Isaf e sospetti
talebani nell’est del Paese ha provocato più di trenta morti, tutti sospetti collaborazionisti.
Nella stessa regione, un ordigno artigianale scoppiato sul ciglio della strada ha
ucciso due militari delle forze Nato. Non si arrestano tuttavia i tentativi dei talebani
di colpire obiettivi Nato anche al di fuori dal Paese: in Beluchistan, regione pakistana
al confine con l’Afghanistan, due autobotti Nato cariche di carburante e dirette a
Kandahar sono state colpite: è rimasto ucciso uno dei due autisti.
Attacco
contro una moschea: due fedeli musulmani uccisi Due fedeli musulmani sono stati
uccisi stamattina in un attacco armato contro una moschea nella provincia centrale
pachistana del Punjab. Altri sette sono stati feriti. Secondo quanto riferiscono i
media locali, un gruppo di uomini ha sparato contro la folla in una moschea nella
città di Bahawalpur, a 400 chilometri a sud ovest di Lahore. Sempre oggi, un missile
lanciato da un drone americano ha ucciso tre insorti nelle zone tribali del nordovest
del Pakistan, vicino alla frontiera afghana.
Clima teso tra Serbia e Kosovo
per la partecipazione ad una cerimonia Rischia di aprirsi una nuova crisi diplomatica
in Kosovo tra la Serbia e le autorità di Pristina. L’occasione, questa volta, è data
dalla cerimonia di investitura del patriarca ortodosso serbo Irinej che si terrà il
3 ottobre nel monastero di Pec, in Kosovo. Le autorità di Belgrado hanno annunciato
la loro presenza al completo affermando che dalla cerimonia saranno escluse le autorità
del Kosovo. Dura la replica di Pristina che minaccia di non permettere l’ingresso
del governo Serbo sul proprio territorio se saranno esclusi dalla cerimonia religiosa.
La
Fao denuncia: aumentano i prezzi dei cereali fino all’80% Durante un incontro
intergovernativo tenutosi ieri nella sede centrale della Fao a Roma, è stato presentato
il rapporto su “Prospettive per i raccolti e situazione alimentare”. Il documento
presenta una situazione drammatica sul fronte della produzione e della vendita dei
cereali: a causa dei diversi cataclismi che hanno devastato diverse zone di produzione
cerealicola nel mondo, oltre a una riduzione mondiale della produzione di tutti i
cereali, sono stati segnalati aumenti vertiginosi dei prezzi che vanno dal 55% del
grano americano all’80% di quello europeo. Grave è l’impatto sulle economie dei paesi
in via di sviluppo, fortemente dipendenti dall’importazione di generi alimentari,
dove sono già aumentati i prezzi al dettaglio con una media del 7-8 per cento causando
la riduzione del numero di persone in grado di acquistare beni alimentari di prima
necessità.
L’Ue prevede sanzioni contro gli squilibri macroeconomici nell'eurozona Il
Commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, presenterà la settimana prossima
una proposta che prevede sanzioni contro gli squilibri macroeconomici nell'eurozona.
Lo scrive il settimanale tedesco "Der Spiegel" in un articolo che verrà pubblicato
lunedì. Già giovedì scorso lo stesso Rehn aveva annunciato a Londra che avrebbe presentato
una proposta che prevede nuovi metodi di monitoraggio di questi squilibri. Secondo
lo Spiegel, la proposta - che Rehn presenterà mercoledì - prevede anche che gli Stati
con deficit o surplus cronici nella bilancia delle partite correnti paghino una multa
annuale pari allo 0,1% dei propri Pil. Secondo Rehn, prosegue infatti lo Spiegel,
questi Paesi mettono in pericolo la stabilità della zona Euro. Durante un suo intervento
a Londra, il commissario Ue aveva parlato anche di una “tabella degli indicatori economici
e finanziari” per poter lanciare un “early warning” sugli squilibri. La proposta,
sottolinea lo Spiegel, introduce “un nuovo principio di prudente conduzione dell'economia”.
Dopo
4 anni di moratoria, esecuzione capitale in California Non si ferma negli Stati
Uniti il dibattito sulla pena di morte in seguito alle ultime due esecuzioni avvenute
nelle ultime ore in Virginia e in Georgia. Dopo la programmazione di tre nuove condanne
in Texas è adesso il turno della California dove è prevista la prima condanna dopo
4 anni. Il servzio è di Marco Onali:
Sono due
le persone giustiziate negli Stati Uniti negli ultimi due giorni. Teresa Lewis e Brandon
Rhode sono stati uccisi rispettivamente in Virginia e in Georgia mentre nel mondo
si levavano diverse voci di protesta. Così dopo che il Texas ha programmato tre condanne
in tre settimane per il prossimo ottobre, la California ha dato il via alla ripresa
delle esecuzioni. È quanto stabilito dal giudice Jeremy Fogel che ha autorizzato l'esecuzione
di un uomo condannato alla pena di morte per aver stuprato e ucciso una ragazzina
di 15 anni nel 1982. Si è così posto fine a una moratoria durata oltre quattro anni.
La moratoria era stata decisa perché il metodo di uccisione, un’iniezione letale di
tre sostanze diverse, era considerato “inadeguato” e “crudele” e gli operatori del
settore “inadeguatamente” formati. Da oggi i condannati potranno scegliere tra due
opzioni: o, come è stato finora, il cocktail di farmaci, o una sola sostanza letale.
Nel primo caso si iniettano tre veleni che, prima, sedano il condannato, poi rilassano
i muscoli paralizzando il diaframma e infine ne bloccano l’attività cardiaca. La soluzione
unica prevede invece un’overdose di anestetico che permetterebbe, secondo gli esperti,
una morte meno dolorosa e più dignitosa, anche se più lenta.
Elezioni
domani in Venezuela: un test per la politica del presidente Chavez Prova elettorale
per il presidente venezuelano Hugo Chavez. Le elezioni di domani per il rinnovo del
Parlamento sono un vero e proprio test per il presidente Chavez, da 11 anni al potere
e interessato a un nuovo mandato per il 2012. Finora il leader bolivariano ha vinto
tutte le sfide elettorali ed è convinto che questa volta non rappresenterà un’eccezione.
L’opposizione si presenta determinata a sconfiggere Chavez. Il servizio di Francesca
Ambrogetti:
Gli ultimi
sondaggi attribuiscono al governo la vittoria, ma con uno stretto margine. L’opposizione
è riuscita a mettere insieme, nella coalizione, un tavolo di unità democratica: 120
partiti di diverse ideologie che puntano sullo scontento provocato dall’inflazione,
la violenza e la corruzione ed affermano che Chavez sta tentando di trasformare queste
elezioni in un plebiscito sulla sua leadership personale. Il presidente certo non
si è risparmiato: ha partecipato a tutti i comizi possibili, ha pronunciato discorsi
infuocati con tutte le risorse della sua retorica ed ha perfino lanciato un’offerta
di elettrodomestici a prezzi scontati. Si prevede un alto astensionismo che l’opposizione
spera giochi a suo favore. ‘Nessuno di quelli che vogliono mettere fine all’era Chavez
resteranno a casa’, ha detto l’esponente del tavolo dell’unità democratica.
Annunciata
svolta nell’economia cubana: al via l’iniziativa privata Cambio di rotta nella
politica economica cubana. Dopo anni di statalismo e di recenti tentativi, si registrano
le prime aperture concrete ad iniziative di libero mercato. Sono state infatti varate
nuove norme che permettono l’assunzione di privati in 178 attività economiche, quali
l’istruzione, la ristorazione, la pastorizia e la contabilità. Alle nuove attività
sarà applicato un regime tributario particolare che obbligherà al pagamento delle
imposte sui redditi personali, sulle vendite e i servizi offerti e l'assunzione di
manodopera. Al vaglio delle autorità anche un progetto di legge che permetterà la
concessione di crediti a neo imprenditori.
Continuano le violenze nella
Repubblica caucasica del Daghestan Continuano le violenze nella Repubblica
russa del Daghestan, nel Caucaso del nord. Dopo che nelle scorse ore un attacco tra
forze governative e ribelli islamici aveva causato la morte di questi ultimi, ieri
un kamikaze che cercava di raggiungere l’area dello scontro si è fatto esplodere tra
la folla causando la morte di più di 20 persone. La guerriglia nel Caucaso, mosaico
di etnie e gruppi religiosi che lottano contro le forze governative russe per la sovranità
e l’indipendenza delle proprie regioni, ha provocato negli ultimi anni migliaia di
vittime e non accenna a trovare una soluzione di pace.
A casa il capitano
del peschereccio cinese, ma Pechino chiede scuse ufficiali a Tokyo Continua
lo scambio di note tra i ministeri degli Esteri di Cina e Giappone. Dopo la liberazione
del capitano del peschereccio cinese tenuto in ostaggio per 16 giorni dalle autorità
nipponiche, arriva oggi la richiesta ufficiale del governo di Pechino che chiede a
Tokyo scuse ufficiali e un compenso per l’incidente. Secca la risposta del portavoce
del ministero degli Esteri giapponese che ha bollato come “infondata e insensata”
la richieste avanzate dalla Cina. È intanto arrivato a casa, nella provincia del Fujian,
nella Cina sud-orientale, il capitano della nave, Zhan Qixiong; accolto dai suoi concittadini
in un clima di festa. Non ha rilasciato dichiarazioni. (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza e Marco Onali)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 268
E' possibile ricevere gratuitamente,
via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La
richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.