Il Consiglio Ecumenico delle Chiese si rivolge all’Onu per rilanciare la lotta
alla povertà
Senza un significativo cambiamento della struttura economica globale, sarà molto difficile
raggiungere entro il 2015 gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Lo scrive il pastore
Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese (Wcc),
(che raggruppa 349 comunità ortodosse, protestanti, anglicane, pentecostali ed evangeliche
in rappresentanza di circa 550 milioni di cristiani nel mondo) in una lettera inviata
ieri al Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon - e ripresa dall’Osservatore
Romano -, in occasione del vertice convocato a New York nell'ambito della sessione
inaugurale della 65.ma Assemblea generale dell'Onu. Proprio in riferimento al summit
sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, svoltosi dal 20 al 22 settembre, Fykse
Tveit sottolinea che i capi di Stato e di Governo devono fare di più per affrontare
le cause alla radice della povertà. Senza questo impegno, spiega il segretario generale
del World Council of Churches, le riforme orientate alla giustizia non saranno possibili.
Nel mondo globalizzato di oggi — scrive il pastore — gli sforzi delle nazioni per
rispondere agli obiettivi di sviluppo del millennio fissati nel 2000 “dipendono sempre
più da condizioni economiche internazionali favorevoli”. E il Wcc crede che “l'affrontare
le cause alla radice della povertà e il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo
del Millennio necessitino di cambiamenti significativi e di vasta portata nell'architettura
finanziaria internazionale e nel regime del commercio”. Nei giorni scorsi, in occasione
del Vertice sul rilancio dello sviluppo dei Paesi più poveri, una delegazione di leader
religiosi si è recata a New York, nell'ambito di un'iniziativa promossa dal Consiglio
Ecumenico delle Chiese. La delegazione era formata da sei rappresentanti che, con
la loro presenza all'assise dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, hanno voluto
sottolineare la necessità di rafforzare le azioni a tutela della salute delle donne
e dei bambini. Un aspetto ricordato anche da Fykse Tveit nella lettera a Ban Ki-moon:
“È cruciale lo sviluppo delle linee-guida che promuovono la salute pubblica e rafforzano
la lotta contro l'hiv-aids e altre malattie, assicurando l'accesso delle persone alle
medicine, e che allo stesso tempo consentono ai piccoli produttori di procurarsi a
prezzi abbordabili, sementi e tecnologie per favorire un'agricoltura rispettosa dell'ambiente
e industrie a basso uso di carbone”. Il Segretario generale sottolinea inoltre gli
sforzi del Wcc per promuovere, nell'ambito degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio,
una strategia globale per la salute delle donne e dei bambini. Altro tema al centro
del dibattito è stato infatti quello legato alla salute dei bambini: i decessi dei
piccoli con meno di 5 anni hanno toccato nel 2009 quota 8,1 milioni. L'iniziativa
del Wcc, si sottolinea, segna l'inizio di cinque anni di sforzi per supportare le
politiche a tutela delle donne e dei bambini, che coincideranno con il termine, fissato
nel 2015, per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio indicati
dall'Onu nel 2000. La delegazione di leader religiosi, guidata dal reverendo Bernice
Powell Jackson, presidente del Wcc per il Nord America, ha partecipato anche alla
giornata finale del summit dell'Onu, durante la quale il segretario generale ha annunciato
l'avvio del programma “Global Strategy on Women's and Children's Health”, con l'impegno
dei Governi, delle istituzioni private, delle fondazioni e delle organizzazioni di
volontariato. (M.G.)