I vescovi del Brasile dal Papa. Mons. Santoro: lottare contro corruzione e povertà
Il Papa ha ricevuto a Castel Gandolfo un altro gruppo di vescovi della Conferenza
episcopale del Brasile della Regione Leste 1 in visita "ad Limina". Tra di essi c’era
anche mons. Filippo Santoro, vescovo di Petrópolis. Cristiane Murray
gli ha chiesto di parlarci della situazione del Paese:
R. - Il Brasile
sta vivendo un momento particolare: da un lato c’è una crescita economica importante,
dall’altro c’è ancora uno spettacolo triste di corruzione, scandali e anche problemi
di povertà, violenza e altre cose negative. Per quanto riguarda la corruzione e gli
scandali c’è stata una vittoria significativa con l’approvazione in Parlamento della
legge “Ficha limpa” (“Scheda pulita”) in base alla quale persone condannate da un
collegio di giudici sono ineleggibili. Questo è un segno positivo che può portare
chiarezza e una sicura vittoria nella battaglia contro la corruzione e contro il traffico
di voti. È da rilevare poi la volontà delle autorità di intervenire contro le violenze,
soprattutto nelle favelas. In diverse favelas di Rio de Janeiro sono state create
le cosiddette “Unità pacificatrici” locali: si tratta di un’iniziativa non violenta
della polizia che tenta un dialogo, un contatto con gli abitanti delle favelas sottraendole
al controllo del narcotraffico. I risultati sono positivi.
D. - Lei
vive in una diocesi vicino a Rio, una città giovane in un Paese giovane: come vede
la presenza dei giovani nella Chiesa locale?
R. - I giovani sono una
forza viva e importante. Sono il bersaglio preferito di tutta questa mentalità secolarizzata
e consumista. L’importante è che ci sia una proposta che raggiunga i giovani dove
vivono: nelle scuole, nei posti di lavoro. C’è anche un’intensa collaborazione tra
la Pastorale della gioventù e i vari movimenti che coinvolgono i giovani nella loro
esperienza umana, per sviluppare una presenza della Chiesa che sia viva e vibrante
tra la gioventù. (Montaggio a cura di Maria Brigini)