Mons. Celli sul primo incontro dell'Ucip in Africa: evento storico per la stampa cattolica
del continente
“I media al servizio della pace, della giustizia e del buon governo in un mondo di
disuguaglianze e povertà”: ha avuto questo titolo il Congresso mondiale dell’Unione
internazionale della stampa cattolica (Ucip), tenutosi la scorsa settimana a Ouagadougou,
capitale del Burkina Faso. Professionalità in rapporto all’impegno cristiano è stato
uno dei binari di confronto del raduno, che ha visto molti esperti di ogni parte del
mondo. Ma il primo dato da rilevare, spiega alla Radio Vaticana l’arcivescovo Claudio
Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali,
è che per la prima volta un appuntamento di questo tipo si sia svolto nel continente
africano. L’intervista al presule è di Lydia O’Kane, della redazione inglese
della nostra emittente:
R. – E’ certamente
di una grande importanza, perché è la prima volta che in un Paese africana ha luogo
un Congresso mondiale dell’Ucip: il Congresso ha giocato un ruolo importantissimo
perché secondo me la prima cosa significativa è che si è fatto il Congresso, al di
là dei possibili risultati. Si è dato un segnale profondo, stimolante a tutta la realtà
africana.
D. – Un incontro positivo, dunque: perché, secondo lei?
R.
– Perché, per la prima volta, ha visto riuniti rappresentanti della stampa e della
stampa cattolica africana, e li ha visti discutere su varie problematiche. E questo
per me è veramente il primo elemento che va sottolineato, perché l’Africa innegabilmente
ancora ha delle difficoltà ad affrontare la grande, complessa problematica della stampa
e della stampa cattolica. Tutti erano consapevoli del significato “storico” di questo
Congresso, perché marcherà senza dubbio una tappa positiva nello sviluppo della stampa
e della stampa cattolica in Africa.
D. – Recentemente, si sono riunite
a Nairobi alcune agenzie di stampa cattolica legate a varie Congregazioni missionarie.
Durante questa riunione, è stata presa un’importante decisione…
R. –
E’ stata presa la decisione – che io ritengo, anche questa, storica – di pervenire
nel giro di pochi mesi ad una agenzia di stampa cattolica africana, perché fino adesso
l’Africa con i suoi problemi, con le sue questioni, è conosciuta in Europa e nel mondo
attraverso le grandi agenzie di stampa europee o americane. Il che vuol dire che l’Africa
veniva letta nelle sue problematiche, nelle sue movenze, nelle sue tensioni di sviluppo
attraverso gli occhi di giornalisti europei o americani, ma mai da occhi africani.
Questa nuova agenzia, un domani, favorirà un approfondimento, una conoscenza, una
lettura di tutte le movenze di sviluppo africano attraverso occhi africani.
D.
– Tornando al convegno dell’Ucip, qual è il messaggio che ha lanciato?
R.
– Lo stesso presidente della Repubblica del Burkina Faso è venuto per partecipare
all’apertura del Congresso, e c'erano le massime autorità politiche e religiose. Era
presente anche tutta la Conferenza episcopale e questo è stato certamente un messaggio
lanciato non solo al Burkina Faso, ma un messaggio lanciato a tutta l’Africa. Il che
vuol dire che le autorità civili e religiose del Paese erano convinte del significato,
della valenza storica del Congresso stesso. (Montaggio a cura di Maria Brigini)