2010-09-22 14:35:59

L’amministratore apostolico di Mogadiscio sulla drammatica situazione in Somalia


“Se la comunità internazionale abbandonasse la leadership e la popolazione somala di fronte alle proprie responsabilità vi potrebbe essere un momento di chiarificazione, non vi sarebbe più l’alibi delle interferenze straniere e i somali sarebbero costretti a elaborare una politica seria per uscire finalmente dalla crisi”. È molto critico mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio e contemporaneamente vescovo di Gibuti, nel suo colloquio con l’agenzia Fides, sulla situazione che si è venuta a creare nel Paese del Corno d’Africa. Ieri, le dimissioni del Primo ministro Omar Abdirashid, che seguono mesi di tensione tra le più alte cariche dello Stato, iniziate a maggio, quando il presidente Ahmed aveva annunciato che avrebbe designato un nuovo premier, dopo che il governo di transizione nazionale era stato battuto in Parlamento su un voto di fiducia. Quel voto, definito da Sharmarke “incostituzionale”, e le altre divergenze hanno portato all’esautorazione del presidente della Camera. “Le ambizioni personali e le rivalità per il controllo delle risorse donate dalla comunità internazionale sono al fondamento delle dimissioni del Primo ministro”, ha ammonito il presule, secondo il quale, ora, il rischio maggiore per la Somalia sta nel fondamentalismo islamico, che potrebbe estendersi ai Paesi vicini, e nella possibilità di una guerra civile tra i vari gruppi. Dalla sua posizione di osservatore interno, mons. Bertin delinea i possibili scenari futuri: una divisione interna tra gli Shabab, scontri tra questi e l’altro gruppo di integralisti, Hizbollah. Mentre i primi sembrano essere un movimento inter-clanico, gli altri sono legati solo ad alcuni clan somali. “Potrebbe però anche prevalere il desiderio di pace della popolazione – conclude il vescovo – che sarebbe disposta ad accettare anche limitazioni della libertà pur di ritrovare la serenità e un regime in grado di garantire un minimo di sicurezza e di ordine”. (R.B.)







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