La testimonianza dei genitori di Chiara Badano, che sabato prossimo sarà proclamata
Beata
Sono attesi in migliaia da tutto il mondo, soprattutto giovani, al Santuario romano
del Divino Amore, dove sabato prossimo sarà celebrata la Beatificazione della Venerabile
Serva di Dio, Chiara Badano. Originaria di Sassello in Liguria, dove nasce nel 1971,
Chiara riceve un’educazione cristiana. Studentessa e sportiva aderisce al Movimento
dei Focolari di Chiara Lubich, nel quale scopre Dio Amore e rinforza la sua scelta
di vivere con autenticità il Vangelo. Poi la malattia: un osteosarcoma che la porta,
a 19 anni, alla morte. Immediata l’eco della straordinarietà della sua breve esistenza,
le conversioni e poi un miracolo riconosciuto dalla Chiesa. La sua storia però comincia
in famiglia. Sentiamo al microfono di Benedetta Rinaldi,Teresa e Ruggero
Badano, genitori di Chiara:
R. – Sì,
all’epoca desideravamo un figlio e l’abbiamo dovuto aspettare 11 anni, per cui quando
Chiara è arrivata c’è parsa subito un dono. L’avevo chiesta alla Madonna in un santuario
della nostra diocesi e così è stato. Questa figlia completava la nostra unione. Cresceva
bella, sana e ci dava tanta gioia, ma avvertivamo, e questo l’abbiamo avvertito subito,
che non era solo figlia nostra, prima di tutto era figlia di Dio. Dovevamo crescerla,
rispettandola nella sua libertà.
D. – Avete mai avuto presentimenti
sul fatto che vi sarebbe stato chiesto qualcosa in più?
R. – Io non
ce l’avevo, ma la mia mamma, che era una donna di grandissima fede, via via che Chiara
cresceva, ogni tanto mi diceva: “Questa tua figlia non è di questo mondo”.
D.
– Ma quel era il rapporto di Chiara con la religione?
R. – Questa cosa
è venuta gradatamente, perché fin da piccola le insegnavo a pregare e le dicevo che
lei aveva due papà: uno lo poteva vedere e l’altro no. A quello, però, poteva comunque
chiedere ogni cosa con una confidenza estrema, perché lui l’avrebbe ascoltata.
D.
– Quando, però, i genitori sopravvivono ai propri figli e questo dono come è stato
elargito viene tolto...
R. – Durante tutto questo cammino, Chiara ci
ha insegnato come si fa a fare la volontà di Dio, come ha fatto lei, perché non bisogna
dire solo sì, quando tutto va bene.
D. – Signor Ruggero, il fatto di
vedere riconosciuto anche dalla Chiesa che sua figlia è Beata, che effetto le fa?
R.
– E’ una cosa troppo grande: come un mistero che ci prende dentro tutti, ma che fino
ad un certo punto riesco a capire. Noi abbiamo vissuto in una dimensione, come se
fossimo su un aereo. Io ero lì con Maria Teresa e Chiara e vedevo la malattia, il
dolore, la paralisi alle gambe. Erano laggiù, non ci toccavano, ma questo non è stato
merito nostro.