2010-09-21 14:53:49

Pakistan: paura fra i cristiani di Karachi, condannati alla “precarietà”


“Non ci sono minacce imminenti, ma la paura nella comunità cristiana è comunque palpabile. In Pakistan noi cristiani siamo in una condizione di forte precarietà: non sappiamo cosa potrà accadere nei prossimi cinque minuti”, dice all’agenzia Fides padre Saleh Diego, presidente della “Commissione Giustizia e Pace” della diocesi di Karachi, all’indomani della notizia di un attacco, avvenuto la sera del 18 settembre, a una chiesa cristiana Pentecostale, nel quartiere di Shah Latif Town, a Karachi. La chiesa è stata attaccata e saccheggiata da un gruppo di estremisti islamici che hanno bruciato arredi e libri sacri. Secondo fonti locali, l’attacco è legato alla vicenda della “Giornata del rogo del Corano”, che non ha ancora spento la sua eco, e che tuttora viene utilizzata da alcuni leader musulmani estremisti per alimentare l’odio anticristiano. Padre Saleh Diego aggiunge: “Condanniamo l’attacco, chiediamo la protezione del governo e, come comunità cristiana in Pakistan, la possibilità di vivere tranquillamente e liberamente nel nostro Paese. Esigiamo il rispetto per tutti i luoghi sacri e per i libri sacri, di qualsiasi religione”. Il sacerdote, che è anche Cancelliere della diocesi di Karachi, racconta: “Ho appena parlato con il vescovo, mons. Evarist Pinto, che ha espresso la sua preoccupazione: vogliamo evitare che, come accaduto nei mesi passati, episodi di violenza contro luoghi o quartieri cristiani possano espandersi ad altre parti della città”. Certo, nota padre Diego, non si possono tralasciare i “gesti avventati” di alcune denominazioni cristiane protestanti, che hanno un atteggiamento ben poco dialogico verso i musulmani: “La chiesa attaccata, nata due o tre anni fa, sorgeva nel bel mezzo di un quartiere musulmano, non aveva un Pastore e ben pochi cristiani la frequentavano. Era molto esposta ed era un facile bersaglio per gli estremisti”, spiega. In questa situazione, la Chiesa cattolica di Karachi è attiva nel dialogo con le altre comunità religiose e con le istituzioni per disinnescare altre tensioni. “Stiamo costituendo, a livello cittadino, uno speciale ‘Comitato per la pace’ che riunirà leader cristiani di diverse confessioni, e che coinvolgerà leader musulmani e leader civili. Continuiamo a lavorare per l’armonia religiosa e sociale, un bene prezioso, da tutelare nella nostra città”. (R.P.)







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