La testimonianza del nunzio apostolico ad Haiti: “La ricostruzione non è ancora
iniziata”
Un’emergenza umanitaria che non accenna a fermarsi, campi per sfollati che si moltiplicano
invece di diminuire e la fase di ricostruzione vera e propria ancora lungi dall’essere
avviata: è questa la fotografia, drammatica, di Haiti, che fa il nunzio apostolico
Bernardito Auza all’agenzia Fides a oltre nove mesi dal terremoto che ha sconvolto
l’isola il 12 gennaio 2010. “La situazione umanitaria è sempre quella di emergenza
– è la testimonianza del presule – oltre un milione di sfollati vivono ancora in campi
di fortuna, che in questi mesi sono aumentati, e una soluzione, fino ad ora, pare
introvabile”. Il primo campo di transizione allestito dal governo in collaborazione
con la comunità internazionale a Corail, a nordest dalla capitale Port-au-Prince,
che doveva servire al reinserimento degli sfollati, è miseramente fallito e la metà
delle diecimila persone ospitate sono tornate in città. “A mio avviso la soluzione
migliore è quella adottata dal Catholic Relief Services, che riporta le famiglie nelle
loro comunità d’origine e nei luoghi dove sorgevano le loro case – continua il nunzio
apostolico – costruire case definitive non è nemmeno in agenda, sarebbe troppo costoso,
anche se ci sono alcune ong che cercano di costruire case permanenti”. “La fase di
ricostruzione – insiste il presule – non è ancora cominciata, i progetti non sono
stati definiti. Anche la Chiesa ha tantissimi progetti, come quello della ricostruzione
della cattedrale e del Seminario maggiore nazionale”. Infine le elezioni, in programma
ad Haiti il 28 novembre prossimo, occupano in questo periodo, secondo il presule,
l’attenzione di tutti: “I problemi politici e logistici sono enormi, ma Haiti e la
comunità internazionale credono che occorra tenere le elezioni per consolidare la
stabilità politica”, ha concluso. (R.B.)